3 Ottobre 2015 - 17:34

Trivium, il nuovo “metal” di Silence In The Snow

Trivium

Lanciato il 2 ottobre il nuovo disco dei Trivium, prodotto da Michael Elvis Baskette e mixato da Josh Wilbur. Una svolta riuscita a metà

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Silence In The Snow, rispetto agli album precedenti, rappresenta sicuramente una svolta dal punto di vista stilistico. I primi granelli dell’attuale lavoro si intravedono nel 2007 e nel famoso Heaven & Hell tour. 

Dopo anni di perfezionamento tecnico e numerose esperienze nei vari tour, i Trivium lanciano finalmente il proprio lavoro. Quest’ultimo è frutto d’influenze fra i generi (heavy, trash, black power metal ecc) e le band più conosciuti (Iron Maiden, Judas Priest, Black Sabbath ecc..).

Trivium, il nuovo "metal" di Silence In The Snow

Trivium, il nuovo “metal” di Silence In The Snow

L’ambizioso obiettivo dei Trivium è quello di superarsi e raggiungere l’Olimpo delle leggendarie band heavy. Tuttavia, ciò può risultare, effettivamente, un po’ pretenzioso, dal momento che le stesse dichiarazioni del bassista Paolo Gregoletto, rivelano bensì una volontà di commercializzare fortemente la propria produzione artistica:

la musica heavy può avere grandi melodie, può avere forza, può essere heavy senza essere estrema. Il nostro messaggio è che si può portare questo stile musicale ad un nuovo livello, come d’altronde è stato in passato. (…) abbiamo pensato ‘Hey, questa musica può essere ancora più grande di com’è adesso’. Per noi, il punto è creare canzoni che funzionino.

Per i Trivium, dunque, il metal è un cantiere ancora in costruzione. Il che è innegabile. Tuttavia vi sono modi molto diversi di rinnovare un genere musicale, molto differenti da ciò che la band ha prodotto nell’ultimo album. La voce del cantante, se nei dischi precedenti poteva definirsi decente e ascoltabile, qui è poco trascinante e priva di qualsiasi graffiante virilità: piùttosto essa è incline, nella sua eccessiva morbidezza, a soddisfare un pubblico di adolescenti dall’orecchio ancora non affinato e poco preparato al suon d’acciaio.

Certamente non vi è alcun dubbio che, ridimensionando uno stile alle esigenze del marketing, non si possa non riscuotere successo, come non può sfuggire, ai veri intenditori della galassia metal, un’inesorabile caduta di stile. Non si può evitare un confronto con band che hanno saputo rinnovarsi e nello stesso tempo conservare la propria dignità artistica, come i Children of Bodom o gli Slayer, le cui ultime produzioni risalgono allo stesso anno 2015.

I due nuovi e rispettivi album, I Worship Chaos e Repentless ben rappresentano, (se pure appartenenti a generi diversi), il rispetto di una tradizione musicale, unito a una voglia di nuove ondate di potenza e batterie mitraglianti. Si può rispettare la buona volontà di migliorarsi, ma non se ne possono premiare i risultati poco soddisfacenti. Cari Trivium, per raggiungere l’Olimpico Tempio del Metal vi resta ancora molta strada da fare.

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