23 Febbraio 2022 - 18:00

Ucraina: la negligenza di Salvini sulle sanzioni alla Russia

Matteo Salvini non si è ancora espresso sulla vicenda che si sta creando in Ucraina. Sicuramente, però, vuole evitare sanzioni alla Russia

Lega Ucraina Pensioni Quota 103

Matteo Salvini non si è ancora espresso sulla vicenda che si sta creando in Ucraina. Sicuramente, però, vuole evitare sanzioni alla Russia

Apparentemente, tutto sembra volgere a buon fine. Ormai, il Matteo Salvini tanto ostile all’Europa sembra solamente un lontano ricordo. Sembra, per l’appunto. Perché il leghista non ha in realtà mai smentito del tutto il suo appoggio a Vladimir Putin per l’Ucraina. Anzi, ora ritorna all’attacco, mettendo al centro di tutto Josep Borrell, Alto rappresentante UE per la Politica estera, che tramite un post su Twitter aveva evidenziato una serie di fattori.

In modo più o meno beffardo/ironico, Borrell aveva dichiarato che con le sanzioni “non ci sarà più lo shopping dei russi a Milano, le feste a St Tropez e gli acquisti di diamanti ad Anversa.” Una chiara frase metaforica per non dare l’assist a Putin e non scoprire il fianco. Frase che, però, ha suscitato l’ira funesta degli stessi alleati di Putin in Europa. A correre in soccorso, oltre a Salvini, ci ha pensato anche Fratelli d’Italia, con il senatore Giovanbattista Fazzolari che ha definito Borrell “un pagliaccio“.

Il senatore ha poi colto la palla al balzo per attaccare Luigi Di Maio sull’Ucraina. “Le chiedo di protestare ufficialmente a nome dell’Italia con Borrell, responsabile della politica estera europea, che si permette di fare dei tweet idioti dicendo con la sanzioni niente shopping a Milano per i russi. Lì la gente sta morendo, e noi abbiamo un pagliaccio che dice niente shopping a Milano?

L’insolenza del senatore di Fratelli d’Italia ha poi raggiunto il culmine in un altro momento. Ovvero quando la presidente di turno, Anna Rossomando del PD, lo ha ripreso. A queste parole, il senatore ha risposto in modo stizzito: “Lei faccia la presidente.

Una crisi, dunque, che sta acuendo le spaccature e che si gioca tutta sul fattore rappresentato dalla NATO.

La NATO

Un fattore decisivo per l’Ucraina, in quanto la stessa Italia è “ostaggio” (se così si può dire) degli USA. Non è un caso che tutti i partiti, anche coloro che sono molto più vicini a Putin, sono stati comunque costretti a condannare la mossa. Questo perché non farlo creerebbe una grandissima spaccatura anche all’interno della NATO stessa, con gli USA che si troverebbero costretti a dover prendere le distanze da un loro Paese alleato. Oltretutto, si ritroverebbero a dover spiegare il perché di questo comportamento.

Prova ne sia che anche da parte dei Fratelli d’Italia si è registrato un cambiamento di toni. Da un pieno appoggio a Vladimir Putin si è passati alla giornata di ieri, dove Giorgia Meloni ha dichiarato: “Il mio partito condanna fermamente il riconoscimento unilaterale da parte della Federazione russa delle repubbliche separatiste del Donbass. Sosteniamo l’appartenenza dell’Italia al blocco occidentale e alla Nato, senza ambiguità. Chiedo alle truppe russe di ritirarsi dal territorio.

Nonostante tutto, però, sulle sanzioni tutto è rimasto su un livello basilare: “Valuteremo quando si capirà quali sono, queste sanzioni. Sulla Crimea, in passato, non mi pare siano state efficaci.
Nel caso dell’Ucraina, la posizione della Lega è ancora più ambigua. Salvini ha ormai quasi rinnegato le sue origini da “putiniano” convinto in nome delle poltrone e dei posti nel Governo Draghi. Le differenze, però, restano. Ed è apparso subito chiaro che il capo della Lega sta giocando una partita che, di fatto, lo vede “sforzarsi” di attuare un ruolo che non gli appartiene.

Anche i 5 Stelle finiscono sotto osservazione ogni volta in cui i legami atlantici sono messi sotto sforzo. La vicinanza di Beppe Grillo al regime cinese non è passata inosservata nemmeno a Washington. Più semplice, invece, la posizione degli altri partiti, dove il PD resta fedele alla linea americana e anche la stessa Forza Italia, nonostante l’amicizia tra Putin e Berlusconi, si schiera a tutela del patto atlantico.

La verità è che nel centrodestra tutti stanno attuando una posizione di comodo. Ma chissà che, quando la vicenda dell’Ucraina entrerà nel vivo, non siano costretti a scendere a patti.