Un nuovo ponte a Parma: proposta ArchIng-LAB
In seguito al crollo del Ponte della “Navetta”, lo studio ArchIng-LAB propone un nuovo progetto: un innovativo ciclopedonale a Parma
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La proposta progettuale dello studio ArchIng-LAB nasce, in primo luogo, dall’esigenza di riconnettere le due sponde del torrente Baganza il cui collegamento è stato improvvisamente interrotto in seguito al crollo del Ponte della “Navetta” il giorno 13 ottobre 2014 a causa di una piena disastrosa. Tale avvenimento ha segnato, nella memoria di tutti i cittadini, un’infelice svolta quasi epocale di un periodo che va dai primi anni del ‘600, anni in cui si hanno le prime notizie sull’esistenza del ponte, al suo crollo nel 2014.
Una fotografia dello stato di fatto ha consegnato nelle mani del progettista il compito, oltre che di ideare un elemento funzionale ed architettonico, di ricollegare le due epoche prima e dopo la piena. A tal riguardo il progetto del nuovo ponte esprime a prima vista e con le sue sinuosità strutturali il duplice aspetto della natura: quello distruttivo e quello rigenerativo.
Una struttura ad arco strallato sorregge l’impalcato in acciaio del ponte rifinito in legno unitamente ad un’altra struttura, sempre in acciaio, ondulata ed irrigidita con elementi scatolari, il tutto allineato con la precedente posizione del ponte crollato.
L’idea è quella di riproporre in chiave architettonica, mediante le summenzionate forme strutturali sinusali, l’onda di piena che ha travolto e distrutto il ponte nel 2014 dopo averne compromesso l’impalcato piegato dalla furia delle acque. Motivo quest’ultimo che ha conferito all’impalcato del nuovo ponte una struttura curvilinea la cui concavità è rivolta proprio in opposizione al flusso del torrente quasi a rappresentare la deformazione della struttura sotto la spinta delle acque.
Il progetto pertanto oltre a ricordare con le sue forme la drammaticità e la forza distruttiva della natura, ne esalta contemporaneamente la generosità, la bellezza e la quiete dopo la tempesta. Alcune prospettive della struttura evocano, infatti, le sembianze di una foglia distesa sulle acque, i cui contorni sono delineati dai profili tubolari curvilinei che costituiscono gli elementi portanti e le cui venature sono rappresentate, rispettivamente, dagli stralli e dagli irrigidimenti sapientemente inclinati. Una foglia le cui gocce provenienti dagli spruzzi del torrente ricordano quelle che cadono via dopo un violento temporale, quella foglia su cui camminano esseri animali viventi per raggiungere una tana, un giaciglio, una meta.
Il ponte pur ripristinando il collegamento tra le sponde del torrente in chiave moderna, non cancella i tratti storici del vecchio ponte rievocato da un gioco di luci notturne disposte in maniera tale da rappresentare gli archi portanti l’antica struttura.
Nel progetto è prevista, inoltre, la rimozione della porzione di ponte sopravvissuta alla furia delle acque riproponendo la sua funzione strutturale e di sicurezza mediante il recupero delle sue pietre riutilizzate simbolicamente come rivestimento degli argini di protezione della sezione idraulica sotto ponte.
Il ponte ciclopedonale progettato con asse coincidente con quello del vecchio Ponte della Navetta, presenta struttura portante in acciaio, impalcato in legno e spalle in conglomerato cementizio armato. La scelta di questi materiali risponde in pieno alle esigenze del sistema integrato architettonico-strutturale-ambientale. Infatti il ponte, realizzato a campata unica di luce pari a 80 m circa, richiede l’utilizzo di un materiale duttile, resistente e leggero come l’acciaio che, opportunamente trattato, ben fronteggia i problemi legati all’umidità del contesto. Il ponte si compone di quattro elementi portanti.
Il primo elemento è chiaramente l’impalcato costituito da un graticcio di travi scatolari in acciaio che formano un reticolo realizzato con quattro file di travi longitudinali e con trasversi interposti ogni 3,30 m aventi lunghezze modulari, rispettivamente, pari a circa 6,70 m e 0,80 m affinché siano agevolmente trasportabili in cantiere.
La larghezza della campata, che si raccorda con le piste ciclabili esistenti, è pari a 3,00 m sì da consentire il transito ciclopedonale in entrambi i sensi. Le travi longitudinali appartenenti alle due file interne del graticcio e i trasversi che collegano le mezzerie di quelle esterne hanno altezze della sezione di profilo ridotte al fine di poter consentire l’inserimento di controventature orizzontali costituite da tiranti aventi sezione circolare e disposti a croce con lunghezza pari a 6,90 m.
Il secondo elemento è l’arco strallato che sostiene l’impalcato summenzionato costituito da un elemento curvilineo composto da profili tubolari su cui si innestano gli stralli, di profilo circolare, mediante connessioni rigide. L’arco è ancorato sulle spalle laterali in conglomerato cementizio armato mediante attacchi su piastre rigide circolari in acciaio.
Il terzo elemento è costituito dall’arco di contrappeso della struttura, anch’esso realizzato con profili tubolari che compongono un arco di giacitura orizzontale, irrigidito da elementi scatolari disposti specularmente agli stralli.
Il quarto elemento è la spalla del ponte, progetta in conglomerato cementizio armato, dalla forma plastica e armoniosa rivestita tutta in pietre di travertino eccezion fatta per le porzioni che fungono da argine aldi sotto dell’impalcato. Tutti gli elementi portanti in acciaio sono soggetti a trattamento di zincatura e verniciati fotocatalitica di colore bianco.
La struttura, inoltre, è riconnessa al sistema viario circostante mediante raccordi stradali e su via Navetta in particolare per mezzo di una mini-rotatoria che convoglia i vari flussi ciclopedonali.
Il ponte, concepito a campata unica per ragioni legate prevalentemente alla sicurezza idraulica, è stato progettato ai sensi del vigente D.M. 14/01/2008 NTC assumendo come schema di calcolo quello di un’asta doppiamente appoggiata nei casi limite, rispettivamente, di vincoli incastrati ed incernierati.
L’asse viario dell’impalcato, come descritto in precedenza, segue una linea curva con conseguente decentramento del baricentro del ponte riequilibrato dalla presenza di un arco di contrappeso orizzontale irrigidito posto da parti opposte in maniera quasi speculare. Quest’ultima struttura oltre a ripristinare l’equilibrio per carichi gravitazionali, ne irrigidisce l’impalcato sia alle azioni verticali, sia a quelle orizzontali unitamente alla presenza di controventi nascosti all’intradosso della campata.
Ad alleggerire il carico verticale dell’intero ponte interviene l’arco superiore strallato connesso rigidamente alle travi longitudinali da ponte mediante piastre circolari bullonate.
Il progetto prevede la realizzazione di un impianto elettrico e d’illuminazione che alimentino sia i faretti a LED installati su un apposito alloggiamento presente sulla testa di ciascun sostegno della ringhiera, sia delle sorgenti luminose LED montate all’intradosso della struttura e rivolte verso il letto del torrente, posizionate in maniera tale da riprodurre le arcate del ponte crollato attraverso una giustapposizione di luce ed ombra.
Infatti i dispositivi illuminanti, installati con lo stesso passo delle arcate storiche del ponte crollato, emettono fasci luminosi semicircolari che, in contrasto con le zone in ombra, sembrano proiettare l’anima dell’intero ponte storico della Navetta sul panorama notturno.
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