“Volevamo solo essere felici”. E oggi Alessandro Cucinotta forse lo è
Il giorno in cui ha ricevuto l’investitura a alter-ego ufficiale di Francesco Gabbani, Alessandro Cucinotta è diventato papà di due gemellini. Il racconto di una giornata a mille all’ora
Il giorno in cui ha ricevuto l’investitura a alter-ego ufficiale di Francesco Gabbani, Alessandro Cucinotta è diventato papà di due gemellini. Il racconto di una giornata a mille all’ora
Catania – 18 Giugno 2022 – Sul loro primo incontro aveva fantasticato tanto, immaginandosi mille scenari: “Potrei attirare la sua attenzione mettendomi a cantare in mezzo alla folla. O forse dovrei attendere discreto il mio turno per evitare che la sicurezza mi cacci”.Ma si sa, quando il destino ci mette lo zampino non c’è piano, per quanto ben congegnato, che tenga. Perché esattamente un mese fa, quando ha ricevuto da Francesco Gabbani l’investitura a suo sosia ufficiale, Alessandro Cucinotta è diventato anche padre di due splendidi gemelli.
E forse, l’incontro artistico più importante della sua vita, stravolta letteralmente nel giro di un’ora, non sarebbe mai avvenuto senza l’insistenza di sua moglie: “Oggi è una giornata splendida. Concludila realizzando questo grande sogno: incontra Francesco”.
Ancora stordito dalla capacità che ha la vita di mettersi a correre all’impazzata, quando tu almeno fino al giorno prima credevi di averne il pieno controllo, i primi ad accorgersi della straordinaria somiglianza tra Alessandro e Francesco sono i circa mille fan accorsi alla Feltrinelli di Catania per il firmacopie dell’ultimo album di Gabbani Volevamo solo essere felici.
Ed è proprio una delle fan a raccontarci la comune sensazione di straniamento nel trovarsi davanti il sosia di Gabbani al firmacopie di Gabbani: “A un certo punto ho pensato di vederci doppio”, ricorda Stella, e noi possiamo percepire il suo sorriso anche attraverso il filo del telefono, “Ho chiamato mia sorella e anche lei era piacevolmente stranita. Poi ho pensato che non potevo farmi sfuggire l’occasione. Mi sono detta: Oggi doppietta di Gabbani, cara Stella. L’originale e il sosia. Sai quanti like sui social”?
L’iniziativa di Stella apre un varco, come in una serie tv sci-fi in cui ogni persona ha un “doppio” alieno, e in un attimo Alessandro Cucinotta si ritrova a sorridere accanto a sconosciuti che gli chiedono una foto insieme. “Minchia, sei uguale a Gabbani!”,chi parla è Mirko, che chi lo conosce dice non è mai stato diplomatico con il linguaggio.
Il cuore di Alessandro è ancora sull’autostrada delle emozioni delle ore prima. E corre: i gemellini sono forti, ce la faranno. Mia moglie? Eroica. Proprio lei, che gli aveva detto: “Goditi le gioie di questa giornata”.
Quando inizia a raccontare, Alessandro è un fiume in piena. E Stella, Mirko e tutti gli altri ancora in attesa di incontrare Gabbani, lì di sale ad ascoltare la sua incredibile storia. Alessandro racconta loro di Striscia la Notizia, tra i primi programmi ad accorgersi di lui come il più credibile sosia di Francesco Gabbani, del tentativo Tali e Quali, della sua vita tra palco, quella da intrattenitore e organizzatore di show per eventi, e realtà, che di giorno lo vede impegnato nel trasporto di macchinari elettromedicali, chè la mamma glielo diceva sempre da ragazzino: “Nella vita è sempre bene avere un Piano B. Ma anche C e D”.
Le chiacchiere scivolano e per Alessandro è giunto il momento. Di fronte a lui c’è Francesco Gabbani: “Bel casino che hai fatto lì in mezzo”.
Per Alessandro è come essere a San Siro durante la finale di Champions League, che prima del fischio di inizio le due squadre si scambiano i gagliardetti in segno di fair-play. Così porge a Francesco tutti gli articoli che lo definiscono suo sosia e un’istantanea del servizio di Striscia la Notizia. No, non è San Siro, pensa veloce Alessandro: siamo a scuola e io sto per essere interrogato. Il responso è decisamente più dolce di un 4 in Matematica: “Adesso è ufficiale anche per me”, sentenzia Gabbani. Poi, siccome verba volant, scripta manent, lo incide con un pennarello anche sul suo cd: “AL MIO ALTER-EGO UFFICIALE”.
Un abbraccio, poi l’applauso della platea. “Questo è per papà Alessandro”.
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