“Your Name.” La distanza di un amore
“ Your Name .” La distanza di un amore – Recensione dell’anime di Makoto Shinkai
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Immagini nitide, impresse nella memoria che, alle prime luci dell’alba, si disperdono nel tempo e nell’oblio. Un sogno che abbraccia due destini apparentemente distanti in un’unica realtà. Questa è la storia di di Mitsuha e Taki.
L’anime “Your Name” scritto e diretto da Makoto Shinkai, è arrivato in Italia in punta di piedi con un’uscita evento di soli tre giorni. “Your Name” ha conquistato il pubblico giapponese tanto da divenire il quinto più grande incasso della storia, circa 140 milioni di dollari, nonché il primo anime non targato Miyazaki a superare i 100 milioni di dollari in patria.
“Your Name” fonda le sue radici su leggende e tradizioni giapponesi attraverso le quali si snocciola una trama ricca di luce e di poesia. Centrale risulta la leggenda giapponese del “filo rosso del destino“, esso può allungarsi o accorciarsi, attorcigliarsi con quello di altre persone, ma non potrà mai essere spezzato. Ed è seguendo questa linea che Shinkai crea numerosi mondi, nei quali i protagonisti si avvicinano senza mai unirsi davvero.
Trama
Mitsuha, vive ad Itomori, un paesino alle pendici di un enorme montagna, un luogo noioso e apparentemente insignificante. Taki è un giovane ragazzo di Tokyo che si divide tra scuola e lavoro. Stanchi delle rispettive vite, i giovani esprimono il desiderio di vivere l’uno nei panni dell’altro. Il desiderio di Mitsuha in qualche modo si realizza quando un giorno si risveglia nel corpo del ragazzo, mentre lui si ritrova in quello di lei vivendo la tranquillità di provincia. I giovani così cercheranno di gestire lo stupore e le difficoltà di ritrovarsi catapultati in un’altra vita.
Gli scambi non seguono una logica e si mostrano come fenomeni di durata limitata, che si ripetono in modo casuale, durante i quali i due finiscono per interferire sulla vita dell’altro, scambiandosi messaggi ed annotazioni da ritrovare al successivo scambio. E così facendo, i due giovani iniziano a creare un legame che va oltre la distanza che li separa. La situazione si complicherà quando Taki prenderà coscienza di una terribile verità.
Analisi
La grandezza di questo film risiede proprio nella semplicità, perché oltre a conquistare “i più giovani” tocca le corde di un’emotività anche un po’ infantile che credevamo di aver superato e che invece continua a vivere dentro noi stessi. Shinkai sussurra allo spettatore il sentimento dell’attesa e della ricerca spasmodica della felicità, mostrando una realtà, seppur fantascientifica, possibile per chi crede nella potenza dell’amore.
Nel film numerosi sono i richiami alle tradizioni giapponesi, come la lavorazione al kumihimo, come metafora del tempo. Le corde, infatti, rappresentano il flusso del tempo stesso: si avvolgono, si aggrovigliano, si disfano e si connettono nuovamente, cosi da divenire qualcosa di realmente tangibile. Lo spazio e il tempo mutano e si annullano, creando centinaia di possibilità e nuovi varchi attraverso i quali, i due protagonisti, potranno avvicinarsi.
L’incredibile fantasia di Shinkai mostra, attraverso meravigliosi cambi di scena, quanto un gesto, considerato apparentemente insignificante, possa mutare tutto radicalmente. In questo caso l’autore riesce a riprendere meccanismi già incontrati in film come “Sliding Doors”, sottolineandone la forza universale. Un film che travolge lo spettatore in un vortice di emozioni, colme di gioia e suspanse. La luce che la pellicola trasmette è palpabile in ogni fotogramma. Ad alimentare l’incanto del film è la colonna sonora, che va a completare la magia dei dialoghi, arricchendo ogni silenzio o pausa con grazia ed armonia.
“Your Name.” mostra un mondo irreale attraverso il quale i protagonisti ritrovano il proprio contrappunto nell’altro, riscoprendo la vera essenza dell’amore e del coraggio.
Il Legame di Mitsuha e Taki diviene profondo tanto da suggellare una promessa che accoglie l’eternità stessa: “Ovunque tu possa essere nel mondo verrò a cercarti e ti troverò”.
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