19 Luglio 2018 - 08:00

ZONa Cinema: Dune, mezzo flop o precursore?

Dune

Zon.it continua il viaggio nella cinematografia di David Lynch, analizzando Dune. Un film dalle fortune alterne, primo stop della carriera del regista

Ci catapultiamo nel 1984. E, per certi versi, si può anche fare riferimento ad Orwell, in quanto l’opera sul piatto è proprio nelle sue “corde”. David Lynch, dopo il grandissimo successo di The Elephant Man, suo primo capolavoro, si ritrova osannato come vero e proprio astro nascente del cinema americano.

L’impresa titanica intrapresa da Dino e Raffaella De Laurentiis ebbe echi pazzeschi. L’intento era quello di portare al cinema il mondo creato da Frank Herbert nella saga di Dune, uno dei cicli fantascientifici più duraturi e celebrati.

Ed è proprio qui che le storie di Lynch e dei due fratelli s’intrecciano. Il regista aveva appena rifiutato di dirigere Il Ritorno Dello Jedi, terzo film della saga Star Wars. Questo a causa dell’impossibilità di dare al film una propria personale impronta, di non poter “surrealizzare” l’ambiente già fantascientifico che la pellicola richiedeva.

David Lynch, tuttavia, accetta comunque il prestigioso incarico. Nonostante la differenza d’ambiente, il tipo di pellicola con cui sia abituato a lavorare sia completamente differente. E il distacco si avverte.

Il potere umano diviso nell’universo

La trama segue quella dei libri di Herbert. Lo scenario ci trasporta in un futuro remoto (oltre l’anno 10.000). L’umanità si è diffusa in lungo e in largo per il cosmo. Ciò ha scatenato, come nel più classico dei casi, una guerra di potere tra una serie di “casate”. Ognuna di esse è insediata su un pianeta diverso.

Gli equilibri, però, in Dune, vengono spezzati da una sostanza particolare, denominata la Spezia. Essa conferisce poteri inimmaginabili a chi la assume, come il controllo di intere flotte o lo spostamento della propria coscienza verso altri lidi. La Spezia, però, può essere estratta solo nel pianeta Dune, luogo arido e inospitale, abitato dai misteriosi Fremen.

I Fremen sono gli unici capaci di cavalcare i giganteschi vermi di sabbia presenti sul pianeta. Il duca Leto (Jürgen Prochnow) manderà suo figlio Paul (Kyle MacLachlan) a risolvere la situazione e a diventare la futura guida dell’universo.

La ricchezza visiva di David Lynch

Il regista americano, reduce dal successo di The Elephant Man, produce il suo terzo film. Dune è una pellicola che si ricorda soprattutto per il suo impianto scenico. Tutto, dagli ambienti alle scenografie, passando per la grande idea dei costumi diversi da pianeta a pianeta, è realizzato in uno stile incredibile.

Il grande merito di questa ricchezza visiva, nemmeno a dirlo, è anche di un italiano: il signor Carlo Rambaldi. Insieme ad una serie di esperti di prim’ordine, ha contribuito a creare i vermi che popolano il pianeta Dune. Ad arricchire il cast tecnico, inoltre, vi è anche il mitico Brian Eno alle musiche.

Tramite le scenografie spaziali e delle inquadrature degne dei migliori capolavori della fantascienza, la parte fotografica di Dune acquisisce una grande rilevanza. In qualche modo, ciò è servito anche a dare spunto a grandi registi attuali, come Denis Villeneuve.

L’altra abilità del regista è stata quella di personalizzare l’immaginario di Frank Herbert con i suoi incubi. Vi sono, infatti, eleganti rimandi a Georges Méliès, a Jules Verne e in generale all’ambiente fantastico, arricchito con l’inquietudine, proprio marchio di fabbrica.

Un cast di prim’ordine

Trattandosi di un kolossal, naturalmente Dune nutre di un cast davvero eccellente, dando ampia discrezionalità allo stesso Lynch. Oltre a Freddie Jones, che già aveva lavorato con lui in The Elephant Man, il regista si affidò a colui che sarebbe poi diventato uno dei suoi “attori-feticcio”: Kyle MacLachlan.

Il giovane attore, all’epoca esordiente, ha regalato un’ottima prestazione, arando il terreno per le sue recitazioni nelle opere più importanti del cineasta. Assieme a lui ci furono altri nomi pesanti, come Max Von Sydow, Silvana Mangano e addirittura il cantante dei Police, Sting.

Il film segna l’inizio di un lunghissimo sodalizio, che ha condotto ancora al giorno d’oggi Lynch e MacLachlan a lavorare insieme. Un sodalizio che gli appassionati di serie TV ricorderanno sicuramente, grazie alla storica Twin Peaks.

Il primo flop di Lynch

Dune, però, non è certo da annoverare tra le “opere magne” del regista. Il film fu un flop commerciale clamoroso. Costato 40 milioni di dollari, riuscì a stento a recuperare le spese. I motivi sono molteplici.

Innanzitutto, il pubblico era sì abituato alla fantascienza, ma non a quello specifico tipo di fantascienza. La gente era più avvezza ad opere come Guerre Stellari, che ad opere con trame molto complesse e frammentate.

Altro motivo è il taglio continuo di sequenze in post-produzione. Il film durava inizialmente tre ore. Col montaggio, però, un sacco di scene vennero tagliate, lasciando così il film “incompiuto”. Inoltre, la trama del romanzo è comunque di difficile trasposizione cinematografica. Ecco spiegati i motivi della prima delusione cinematografica lynchiana.

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