13 Ottobre 2016 - 12:32

Cattedre Natta: corsi e ricorsi storici nell’Italia del domani

Le Cattedre Natta riportano l’Italia, come spesso è accaduto, indietro nel tempo. Nomina diretta, stipendi più alti e influenza diretta del governo sono l’antidoto, apparente, di Renzi&co alle “boronie” universitarie

[ads1]

Lo scrittore e filoso George Santayana è particolarmente ricordato per una citazione, spesso discussa, contenuta in Reason in Common Sense, primo volume del suo più complessivo lavoro The Life of Reason.

Il suo “Chi non conosce la storia è condannato a ripeterla” rappresenta, infatti, non solo una maledizione per tutti coloro che faranno riemergere “punti neri” nella storia ma anche un grido disperato verso gli errori che ricompariranno, inevitabilmente, in futuro.

Cattedre Natta

Cattedre Natta

Questo aforisma di Santayana si è riproposto, ancora una volta, nei giorni nostri attraverso l’ennesimo “tuffo nel passato” compiuto dal Governo Renzi attraverso l’istituzione delle “tristemente celebri” Cattadre Natta (dal nome del Nobel per la chimica nel 1963).

Il nuovo “artifizio” di Renzi&co, che come altri provvedimenti “governocentrici” rievoca epoche oscure della Penisola italiana, prevede la nomina di ben 500 docenti universitari “selezionati” da una “speciale” commissione nominata direttamente da Palazzo Chigi.

Anche in questa occasione, ignorando tanto i richiami dell’ANAC sulla “disastrosa” situazione degli incarichi universitari quanto quelli “della storia”, si è deciso di legare direttamente al governo, come accaduto anche per altri ambiti quali la RAI, ignorando totalmente sia la possibilità di “bloccare” definitivamente il sistema universitario che “ridurlo” a mera “casa degli amici”.

Nel paradosso temporale che l’Università italiana, dopo le umiliazioni subite attraverso i continui tagli al sistema, sta affrontando si possono rilevare diversi “punti bui” sulle Cattedre Natta.

In primo luogo, il problema maggiore del Dpcm è quello della maggiore influenza che il Governo avrebbe sull’istruzione universitaria.

In questo caso, infatti, “bypassando” il sistema dei concorsi, Palazzo Chigi si arroga il potere di influenzare tanto la nomina, attraverso l’istituzione di commissioni “ad hoc” per questo o quel candidato, quanto la “futura” didattica portata avanti dall’ “eletto” di turno (che tenterà di “imporre” il proprio punto di vista).

Inoltre, volendo umiliare ancor di più l’ambito accademico, si prevede uno stipendio con una maggiorazione del 30%, in deroga all’abilitazione scientifica nazionale, che “traccia” un solco fra coloro che sono “investiti” da “benedizione governativa” e tutto il resto del mondo universitario.

Infine, è possibile tener presente la “tragica” riproposizione della storia senza rendersene conto; tanto la buona scuola quanto le Cattedre Natte sono una riproposizione, in “salsa moderna”, della L. 129/23, in cui vengono attribuiti “super poteri” ai Presidi, e del regio decreto legislativo 1071/35in cui il ministro Cesare Maria de Vecchi di Val Cismon  istituiva, o meglio imponeva, la nomina diretta delle commissioni da parte del governo, che riuscirono ad istituire un “sistema” a totale influenza governativa in cui regnava una “conformità mentale” gestibile direttamente, e facilmente, da pochi eletti.

Lo scivolone delle Cattedre Natta rappresenta l’ennesima presa di posizione di una politica sempre più “governocentrica” che rappresenta in pieno tutte le paure che George Santayana aveva espresso più di un secolo prima.

[ads2]