22 Ottobre 2019 - 15:45

Buco nell’ozono ridotto: segno del riscaldamento climatico

buco nell'ozono

Il buco nell’ozono è ai minimi storici dal 1982, passando da 16 a 10 milioni di chilometri quadrati. Gli esperti la considerano una buona notizia solo per metà

Il buco nell’ozono si è ridotto e ha toccato un picco minimo: dai 16 milioni di Km quadrati misurati nel 1982 ( anno della sua scoperta) è diminuito di 6 milioni.

Le temperature ‘stranamente’ calde nella stratosfera sopra l’Antartide infatti hanno drasticamente limitato la perdita di ozono tra settembre e ottobre. Lo rendono noto gli scienziati dell’Ente americano per le ricerche su atmosfera e oceani (Noaa) e della Nasa. Questi ultimi precisano che non si tratta del tutto di una bella notizia. Infatti le temperature più alte riducono le reazioni fra ozono e i composti che lo distruggono, cioè cloro e bromo.

Secondo gli esperti, è la terza volta in 40 anni che i sistemi meteorologici causano temperature così calde a limitare l’esaurimento dell’ozono. Modelli meteorologici simili nella stratosfera antartica nel settembre 1988 e nel 2002 hanno anche prodotto buchi di ozono atipicamente piccoli. “È importante riconoscere che ciò che stiamo vedendo quest’anno è dovuto alle temperature stratosferiche più calde”, ha affermato Paul Newman, capo scienziato di Scienze della Terra presso il Goddard Space Flight Center della Nasa. “Non è un segno che l’ozono atmosferico è improvvisamente sulla buona strada per il recupero”, ha ammesso.