Nba, i Nets prendono posizione: Irving messo fuori rosa
Brooklyn annuncia l’esclusione di Kyrie Irving, la stella resterà fuori rosa a tempo indeterminato: “La squadra prima di tutto”
Ad appena sei giorni dall’opening week, in programma il 19 ottobre tra Milwaukee Bucks e i Brooklyn Nets, il general manager Sean Marks ha reso nota la clamorosa decisione che terrà Irving lontano dall’Nba a tempo indeterminato.
La decisione della franchigia di Brooklyn è arrivata a poche ore di distanza delle parole dell’head coach Steve Nash che aveva confermato la presenza part-time della propria stella, dando quasi per scontato della sua partecipazione alla trasferta di Milwaukee per la gara d’esordio della nuova stagione.
Un dietro front netto da parte della società che, attraverso un comunicato stampa, ha tenuto a spiegare ai media i motivi della tanto attesa decisione lasciando, però, la porta aperta ad una eventuale presa di coscienza del giocatore che, a questo punto, non potrà neanche allenarsi con i compagni dopo che la Nba gli aveva concesso di farlo in via del tutto straordinaria.
“Dopo attenta valutazione e considerando la fluidità della situazione, abbiamo deciso che Kyrie Irving non giocherà né si allenerà con la squadra fino a quando non potrà farlo a tempo pieno” si legge all’interno del comunicato rilasciato dalla società.
Una scelta presa per il bene di un gruppo che, dopo il giro a vuoto dello scorso anno, ha come unico obbiettivo accettabile la vittoria dell’anello. A nulla sono valsi gli ultimi tentativi dei compagni e della società di fargli cambiare idea, Irving è straconvinto della sua scelta di non vaccinarsi e, quindi, è giusto che stia fuori finché non cambieranno le norme.
La scelta dei Nets
“Kyrie ha preso una decisione personale, e noi rispettiamo la sua libertà di scelta – continua Marks – ma al momento quella sua scelta gli impedisce di essere un membro a tempo pieno della nostra squadra, e noi non vogliamo permettere a nessun componente del nostro gruppo di avere disponibilità part-time“.
Con queste parole la società newyorkese spera di mettere fine alle tante speculazioni nate attorno alla squadra, mettendosi alle spalle quella che era diventata una vera e propria telenovela che aveva quasi oscurato le prestazioni sul parquet.
L’assenza di Irving di certo peserà sul quintetto di Brooklyn che, ciò nonostante, rimane tra i più competitivi dell’intera lega. Dopo il forfait del loro compagno più illustre, Durant e Hardem saranno chiamati agli straordinari per poter puntare a quel titolo sempre sfuggito a questa franchigia.
“Il nostro obiettivo quest’anno è ancora quello di vincere il titolo – conclude il gm – e per riuscirci ogni membro della nostra organizzazione deve remare nella stessa direzione. Non vediamo l’ora che cominci la stagione, una di successo in cui contiamo di rendere Brooklyn orgogliosa di noi“.
Cosa succede ora al contratto di Irving?
Preso atto della decisione della società, un altro punto ostico da chiarire rimane il contratto dello stesso giocatore.
Stando a quanto riportato dal contratto collettivo stipulato fra le 30 franchigie Nba e i propri atleti, ad ogni partita saltata da un giocatore “no-vax” la società avrebbe avuto la possibilità di tagliare 1/92 dello stipendio complessivo di quella stagione.
Seguendo questa norma, se Irving avesse dovuto rinunciare “soltanto” alle 41 partite al Barclays Center più le due al Madison Square Garden, viste le restrizioni imposte dalla città di New York, il suo stipendio sarebbe stato decurtato di 17 milioni di dollari, poco più della metà di quello che avrebbe percepito se fosse stato a disposizione “full-time”.
Ma con il taglio definitivo dalla rosa cosa succederà al suo accordo? All’interno del contratto collettivo non esiste una postilla per casi del genere e ora starà alla società, supportata dalla stessa Nba e dai rappresentati della propria stella, risolvere l’angusto rebus.
Tagliare tutto lo stipendio potrebbe essere la scelta giusta per “punire” l’atleta ribelle? Al momento questa ipotesi non è stata ancora vagliata ma, a questo punto, vista l’assenza volontaria dal parquet a tempo indeterminato di Irving tutto può succedere.
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