Lele Adani, critiche ingiuste: giù le mani dalla passione
Lele Adani aspramente criticato per le telecronache faziose in favore dell'Argentina. Ma è davvero giusto accantonare la passione?
Lele Adani nell’occhio del ciclone. L’opinionista sportivo ed ex calciatore è al centro delle critiche di mezza popolazione televisiva per via delle sue telecronache, spesso molto faziose. Quando il cronista commenta le partite dell’Argentina – ed in particolare le giocate del numero 10 Leo Messi – il trasporto con cui descrive ogni singolo attimo del match fa storcere il naso ai più puristi.
Molti infatti accusano Lele Adani di essere troppo fazioso e di lasciarsi troppo condizionare dal tifo, in un mestiere che dovrebbe essere terzo ed imparziale. È pur vero che di fronte a prestazioni come quella di ieri sera, dove la Pulce ha mostrato – come se ancora ce ne fosse bisogno – la sua assoluta qualità, l’intero mondo calcistico non può far altro che alzarsi in piedi ed applaudire. Con un Messi così sarebbe sicuramente un peccato non vedere l’Albiceleste sulla vetta del mondo e il suo 10 con la Coppa tra le mani.
È giusto criticare Lele Adani?
Io penso che in un mondo che ci sta abituando ad essere sempre più freddi, calcolatori e produttivi, c’è ormai poco spazio per la passione. È proprio la passione ad essere (o dovrebbe essere) il motore ultimo delle nostre scelte, non l’efficienza.
Il commento delle partite di calcio, ed in particolar modo il commento delle partite in Rai, si è ormai calcificato ad un modus operandi vecchio e scricchiolante. Non è certo blasfemo affermare che ormai, così facendo, non traspare più quasi mai alcuna emozione.
È proprio in un contesto del genere che si va a collocare Lele Adani. È lui che, come una variabile impazzita, trasforma il calcio “parlato” da lavoro a passione, abbracciando di fatto i milioni di tifosi su cui l’enorme macchina del Pallone si poggia. Questo è proprio il motivo che, a mio modo di vedere, le critiche al cronista sportivo sono assolutamente ingiuste. Anzi, dirò di più: magari fossero tutti come lui.
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