La nuova agorà della politica: i social. I politici si sfogano su Facebook
La nuova agorà della politica. In questo momento così delicato per il M5S gli esponenti al centro della bufera scelgono i social per parlare ai cittadini e cercare di spiegare il pasticcio che si sta creando attorno al movimento di Grillo
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La nuova agorà della politica. Un tempo era la piazza, centro propulsore della polis greca, ad essere utilizzata da politici e oratori per rivolgersi ai cittadini. Era un luogo di aggregazione, dove la cittadinanza veniva convocata per ascoltare i propri capi, o anche i propri nemici, che in quel luogo si difendevano dalle accuse mosse a loro carico affinché fosse la popolazione a giudicarli ed allontanarli, eventualmente, dalla città. Nel 2000 la situazione non è cambiata poi molto, solo che l’agorà invece di essere reale è virtuale.
Facebook è la nuova agorà, dove politici e personaggi più o meno famosi scelgono di esporre i propri pensieri e le proprie ragioni affinché la popolazione giudichi e decida. In principio si decideva con gli ostrakon, adesso invece, nell’agorà 2.o ci sono i like.
Proprio in questi giorni alcuni esponenti del M5S, in piena bufera e sotto attacco mediatico da più fronti, hanno scelto di affidare alla nuova agorà il proprio pensiero. Il primo è stato Luigi di Maio, nel mirino di militanti e detrattori a causa della sua “scusa”, tirata fuori in merito al caso Roma, in cui ha affermato di non aver letto bene la mail in cui gli veniva comunicato che la Muraro era indagata a Roma.
Di Maio scrive prima dell’ultima tappa del tour per il “no”, che si è tenuta ieri sera a Nettuno “Io voglio dire alcune cose. Non ai media, ma ai cittadini, alla comunità del Movimento 5 Stelle, a tutti coloro che credono in questo Paese. Ci sono tante persone che, in questa accozzaglia di inciuci, gossip e scorrettezze non ci stanno capendo più nulla e vogliono risposte. Il sistema dei partiti e dell’informazione legata ad essi ha montato un caso incredibile che tocca a noi smontare in un minuto. E oggi lo sta montando anche su di me.
Stasera ci vediamo in Piazza a Nettuno per l’ultima tappa del tour Costituzione Coast to Coast con Alessandro Di Battista (tour che ha visto la partecipazione di migliaia di cittadini. Guarda caso, è stato oscurato dai media, ma questa è un’altra storia). Ci guarderemo negli occhi, vi racconterò i fatti e ci parleremo senza intermediari. La verità e l’umiltà ci renderà più forti di prima. Il dialogo con le persone oneste porta avanti questo progetto. Non ci fermano”.
Paola Taverna si sfoga su Facebook
I messaggi che “incastrano” Di Maio sono stati diffusi da Repubblica e dal Messaggero, che documentano dettagliatamente lo scambio di comunicazioni tra la senatrice e Di Maio. Il documento pubblicato da Repubblica è del 4 agosto: Luigi Di Maio viene informato sia da Paola Taverna che da Fabio Massimo Castaldo dell’indagine a carico di Paola Muraro.
Il Messaggero, invece, riporta una mail, in cui si definisce la situazione di Roma come “delicata” e in cui si parla, chiaramente, del reato che viene contestato alla Muraro.
Ma la replica di Paola Taverna non si fa attendere, e sulla nuova agorà la senatrice replica “Non ho dato io sms e mail ai giornali, sono pronta a querelare! Allora ho già provveduto a far smentita pubblica a chi si è permesso di dire che sono stata io a passare mail ed sms alla stampa e sono pronta a querelare chiunque lo affermi nuovamente! Chiaro? Il Movimento 5 stelle è la mia vita e per quello che è in mio potere lotterò fino alla fine per veder realizzato quel sogno. Non riuscirete a metterci gli uni contro gli altri e chi oggi sta facendo certe insinuazioni definendosi uno del 5 stelle può trovare altra collocazione”
Ci vorrebbe un Cicerone 3.0 che nella nuova agorà di Facebook smascherasse i colpevoli di questa fuga di notizie. Qualcuno, del resto, deve averle fatte arrivare agli organi di stampa queste informazioni. Ma chi? Da L’Espresso arriva una prima ipotesi. La “gola profonda” sarebbe Marcello Minenna, l’ex assessore al Bilancio, che era presente nel momento in cui il direttorio, con la Raggi e Di Maio, si riuniva per discutere il da farsi.
Chiunque sia stato, il risultato non cambia: il vento dell’est soffia sul movimento, e questa volta non basteranno le consuete promesse a destra e a manca per placare gli animi dei sostenitori, dal momento che tali promesse sono state puntualmente disattese. La nuova agorà 2.0, del resto, è implacabile, e i tanto agognati like possono segnare l’ascesa o la rovina di qualcuno. Staremo a vedere se i i 15000 like che ha raccolto lo sfogo della Taverna contribuiranno a salvare lei e il suo partito.
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