12 Settembre 2020 - 13:08

Accordo Israele-Bahrein, Trump: “Svolta epocale”

Israele Bahrein Tel Aviv

Dopo gli Emirati Arabi, arriva l’accordo diplomatico tra Israele e Bahrein. Sempre più lontana la normalizzazione di uno stato palestinese

Il presidente Donald Trump comunica con un tweet “la svolta storica” che vede il secondo paese del Golfo intraprendere accordi diplomatici con lo stato di Israele: “I nostri due grandi amici Israele e il Regno del Bahrein raggiungono un accordo di pace. Il secondo Paese arabo a fare la pace con Israele nell’arco di 30 giorni. Un’altra svolta storica.

Nel comunicato ufficiale rilasciato dalla Casa Bianca si legge la volontà del re
del Bahrein, Hamad bin Isa bin Salman al-Khalifa, e il primo ministro Benjamin Netanyahu, di intraprendere e stabilire nuovi rapporti diplomatici. Il presidente Trump ha poi annunciato la presenza de ministro degli Esteri del Bahrein, Abdullatif Al Zayani, alla cerimonia alla Casa Bianca, prevista per il 15 settembre. Confermata anche la presenza del ministro degli Esteri emiratino Abdullah bin Zayed e al premier israeliano Netanyahu.

Effetto domino

Tutto secondo i piani. L’apertura degli Emirati Arabi nei confronti di Israele aveva, infatti, già preannunciato la possibilità di un effetto domino. Le previsioni sono così state confermate dalla scelta di intesa tra Bahrein e Israele. Il consigliere Kushner, in visita a Manama insieme al Segretario di Stato, Pompeo, aveva commentato la scelta degli Emirati in questi termini: “Un altro Paese dell’area si accoderà presto alla scelta coraggiosa del principe ereditario degli Emirati.”
Lo stesso re del Bahrein si era da subito dimostrato entusiasta per la scelta fatta dagli Emirati. Aveva definito l’accordo un vero e proprio “passo storico verso il raggiungimento della stabilità e della pace nella regione.

Palestina

D’altro canto, non sorprende la risposta di Abu Mazen, il quale ha commentato l’accordo tra gli stati come “una pugnalata alle spalle, un tradimento nei confronti di Gerusalemme, di Al Aqsa e della causa palestinese.
Il presagio della sconfitta era stato in qualche modo già annunciato dal rifiuto della Lega Araba di sostenere una soluzione di condanna contro gli Emirati Arabi, spianando la strada all’annuncio di una nuova apertura verso Israele.

Appare ormai lontana anni luce la vecchia pretesa di “non normalizzazione con Israele senza il riconoscimento di uno Stato palestinese nei confini del ’67.”