2 Marzo 2021 - 11:45

Arabia Saudita: Renzi tenta di fare il simpatico, ma non riesce

Matteo Renzi Salvini Arabia Saudita

Matteo Renzi si auto-intervista per “sconfessarsi” sui rapporti con l’Arabia Saudita. Ma il risultato è assolutamente grottesco

Tante volte negli ultimi anni abbiamo assistito a vere e proprie “performance” che nemmeno i talenti più promettenti del mondo del circo avrebbero potuto fare. Nel mondo della politica tutto è cambiato, dai volti al modo di farla alla sfacciataggine dei leader stessi. Il problema serio arriva quando due mondi che dovrebbero essere distanti in modo siderale, invece, riescono a collimare, gettando più di un’ombra sulla bontà effettiva della classe governativa. E così come a destra c’è chi ha la sua croce (anzi, più di una, considerando Salvini e Meloni), anche a sinistra non se la passano minimamente bene. Matteo Renzi, con l’Arabia Saudita, ha fornito il suo solito show. E lo ha fatto su un argomento ostico e delicato come il pane.

Sì, stiamo parlando di uno show vero e proprio, di quelli che ti aspetti dai clown oppure dai giocolieri. La questione è che, però, in momenti come questi, non dovrebbero minimamente esistere. Soprattutto se tu, leader di Italia Viva, hai una spada di Damocle chiamata “Arabia Saudita” che ti pende sulla testa. I rapporti con Bin Salman, artefice dell’assassinio del giornalista dissidente Jamal Khashoggi lo scorso 2 Ottobre 2018, sono, ancora oggi, ottimi. E, ancora oggi, lo stesso Matteo Renzi non rinnega minimamente tutto ciò che rappresenta il leader saudita.

Eppure, stiamo parlando di un leader che perseguita gli omosessuali, che opprime pressoché tutti i più elementari diritti delle donne e che, francamente, è quanto di più anti-democratico ci sia al mondo. Basti pensare a Khashoggi. Ma non è nemmeno questo il difetto principale del leader di Italia Viva. No. Il difetto principale è il metodo con cui si è apparentemente discolpato da questo durissimo capitolo. Un metodo che non convince per nulla.

Il rispetto per Khashoggi

Il metodo, per l’appunto. Proprio quello è il problema principale in base al quale Matteo Renzi, sull’Arabia Saudita, non convince affatto. Un metodo per controbattere che è sembrato quasi uno “sfottò“, sulla falsariga degli elenchi infiniti di cose spesi da Salvini per distogliere l’attenzione coi cronisti. Sono molto simili, loro due, sebbene ufficialmente stiano ai lati opposti della politica. Il leader di Italia Viva ha risposto tramite una newsletter-intervista a sé stesso su eNews, creando in qualche modo un nuovo format. Sarebbe anche interessante, se si trattasse di qualcosa di pubblicitario o di televisivo. Ma non c’è assolutamente nulla da ridere.

Muhammad bin Salman, amicone di Renzi, è stato il mandante dell’omicidio. E lui, per tutta risposta, cosa fa? Punta la scena su tutt’altro. Punta il faro su come ci siano altri Paesi, come Turchia, Cina e Russia che vivono le stesse problematiche. Una giustificazione quasi da “galoppino” dell’Arabia Saudita, in un gioco che appare grottesco e forzato soprattutto per come scimmiotta una materia serissima come quella dei diritti umani e, in generale, quella della tutela delle libertà. Come se i diritti della persona non fossero diritti, per l’appunto, ma qualcosa di relativo, non scontato.

Un disastro completo, dunque, che non solo evidenzia una grande coda di paglia da parte del senatore di Italia Viva (probabilmente, dunque, qualcosa nella vicenda c’entra eccome), ma che ne ufficializza il ruolo effettivo. Un ruolo che, onestamente, ne degrada completamente le qualità umane e che fa capire che, in fondo, il suo comportamento nell’ambito della crisi di Governo del Conte-bis non è stata assolutamente qualcosa di unico. Quando gli altri membri di Italia Viva capiranno di avere a che fare con un corrispettivo di Salvini? Probabilmente, sempre troppo tardi. Ma questa potrebbe essere l’ultima goccia che fa traboccare il vaso.