Bebe Vio si sottopone alla vaccinazione contro la meningite insieme alla sua famiglia
Bebe Vio, la campionessa paralimpica di scherma e star di Instagram, si sottopone insieme alla sua famiglia alla vaccinazione contro la meningite
[ads1]
Negli ultimi giorni è sempre più allarme meningite. Nuovi casi hanno interessato diverse regioni d’Italia, provocando la morte di diversi pazienti tra cui un bambino toscano. I medici raccomandano la vaccinazione per prevenire l’ insorgenza di nuovi casi.
La campionessa paralimpica, Bebe Vio che all’età di 11 anni è stata colpita da una meningite fulminate che le provocò l’amputazione di braccia e gambe, si è presentata insieme alla sua famiglia all’ambulatorio dell’ospedale di Monselice (Padova) per vaccinarsi proprio contro la meningite.
“Non sono nessuno per obbligare qualcuno a vaccinarsi, non sono un medico né niente – racconta la giovane 19 enne – sono solo una persona che crede nei vaccini e desidero consigliare tutti a informarsi veramente sulla loro utilità, sui rischi e sui vantaggi su tutte le piattaforme, ma quelle vere, siti veri, non solo sui social, che non valgono niente. Sono stata qui oggi per portare le persone ad informarsi“.
Assieme a lei anche il padre Ruggero, la mamma Teresa e i fratelli Nicolò e Sole si sono sottoposti alla profilassi anti-meningite, e subito dopo un selfie di famiglia pubblicato sui social per sensibilizzare le persone a vaccinarsi.
“Io adesso dico sempre che è tutto ok, che va tutto bene e che mi godo la vita lo stesso, ma mi ricordo quanto hanno sofferto i miei genitori quando ero in ospedale in gravi condizioni, so cosa si prova e cosa hanno provato. Per questo consiglio sempre di informarsi, seriamente, e di vaccinarsi.”
La campionessa di scherma è ormai una influencer con i suoi quasi 200 mila follower su Instagram. Il suo messaggio è che la vaccinazione può salvare o limitare i danni provocati da queste malattie.
“Oggi racconto la mia felicità e i miei successi, ma Dio solo sa quanto hanno sofferto i miei genitori e quanto male sono stata in quei giorni. E se penso che sarebbe bastato un vaccino, mi dico: “Ma chi me l’ha fatto fare?“
[ads2]
ARTICOLO PRECEDENTE
ARTICOLO SUCCESSIVO
Cisl e Jobs Act. Quando il sindacato non ascolta i lavoratori