Biden parla alla nazione e sancisce la fine dell’era Trump. Svolta nella politica americana
Joe Biden è stato ufficialmente riconosciuto Presidente degli Stati Uniti, con il primo discorso alla nazione avvia una linea nuova politica
Dopo lunghe settimane Donald Trump ha ceduto e ha finalmente riconosciuto la transizione del nuovo presidente, Joe Biden. Complice anche Emily Murphy, capo della General Services Administration, che ha definito il candidato democratico il “vincitore evidente”. Un cambio di potere insolito quello che si è verificato a Washington, ma le novità non sono finite. Con Biden infatti cambiano i toni della politica americana.
Nel suo primo discorso alla nazione il nuovo presidente ha parlato alla pancia della nazione: “Non siamo in guerra gli uni contro gli altri, siamo tutti in guerra contro questo virus. Il governo federale farà tutto ciò che è necessario. Stanno arrivando i vaccini. Alla fine supereremo anche questa crisi. Ma nel frattempo dobbiamo fare tutti la nostra parte. Non arrendiamoci alla stanchezza. Indossate la mascherina, perché è un atto di patriottismo”. La lotta contro l’emergenza sanitaria intraprenderà con Biden una nuova strada, sicuramente molti più meticolosa e sicura di quella progettata da Trump.
Il nomi del nuovo staff, lontani da Trump ma vicini ad Obama
Anche i nomi della nuova amministrazione segnano un forte distacco dal precedente staff repubblicano. Il “dream team” scelto dal nuovo presidente risulta molto inclusivo verso le diverse componenti del paese, con una rappresentanza di genere quasi perfetta se si conta anche la vicepresidenza di Kamala Harris. C’è da dire però che molti nomi non sono nuovi ma hanno già ricoperto ruoli importanti presso l’amministrazione Obama. John Kerry, già segretario di stato, è stato indicato per seguire il dossier del cambiamento climatico, Antony Blinken, che di Kerry fu il vice, diventerà invece il nuovo segretario di Stato.
La nuova ambasciatrice all’Onu sarà invece l’afroamericana Linda Thomas-Greenfield, veterana della diplomazia Usa in diversi paesi dell’Africa. Avril Haines sarà direttrice del National Intelligence e anche lei rientrava tra i consiglieri di Barack Obama per la sicurezza nazionale. Dall’accurata selezione emerge inoltre una nuova attenzione per delle tematiche che non sono mai state affrontate appieno da Trump, come ad esempio il cambiamento climatico e le problematiche relative all’immigrazione.
Politica estera, decisiva l’azione di Blinken
Cambiano inoltre i toni nelle relazioni internazionali, diventati in questi anni sempre più tesi. Biden infatti sembrerebbe intento ad aprire una nuova finestra comunicativa con l’Europa, partner vitale per rafforzare la Nato. La linea politica estera della casa bianca sarà comunque delineata da Blinken, personalità profondamente europeista già sotto l’amministrazione Obama sollecitava un’azione più incisiva in Siria e supportava inoltre l’intervento armato in Libia, fronte sul quale andò contro lo stesso Biden. Siria e Libia dunque rappresentano due dossier ancora aperti e sui quali il nuovo presidente dovrà decidere se continuare sulla linea di Trump o avviarne una nuova.
Intanto dall’Iran arriva un possibile avvicinamento agli Usa. Dopo l’uccisione del comandante Soleimani da parte di Trump le relazioni tra i due paesi si erano complicate non di poco. Il presidente iraniano Hassan Rohani infatti guarda di buon occhio la nuova amministrazione, qualora questa riuscisse a rimediare ali errori fatti dall’ex presidente “Teheran e Washington potranno cambiare completamente la situazione e avviare un nuovo cammino in tutti i campi”– ha dichiarato Rohani.
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