28 Marzo 2018 - 16:20

Cannucce di plastica, 10 minuti di utilizzo e 500 anni per smaltirle

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I mari del nostro pianeta sono sempre più inquinati e la maggior parte delle volte la colpa è della plastica. Uno degli oggetti più dannosi e diffusi nelle acque sono le cannucce di plastica

Con la crescente globalizzazione, la necessità del riciclo è diventata di vitale importanza per contrastare l’inquinamento. Spesso, la società moderna è sempre più attratta dall’usa e getta senza badare alle gravi conseguenze che questo spropositato uso della plastica può provocare. Uno dei protagonisti di questa sempre più crescente emergenza di inquinamento delle acque sono le cannucce di plastica. Bar, fast-food, ristoranti e chi più ne ha più ne metta, da decenni ormai, sono i primi “spacciatori” di cannucce. Secondo una ricerca, portata avanti dall’organizzazione no-profit “Plastic Pollution Coalition“, intorno al 2050 negli oceani ci sarà più plastica che creature marine.

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In tutto il mondo ormai, quasi quotidianamente, la consapevolezza dei rischi che stiamo correndo spinge sempre più persone ad affrontare attivamente la questione. Una delle città più attive alla lotta alle cannucce di plastica è Seattle, Washington. Negli Stati Uniti, infatti, si registra non solo il più alto consumo di cannucce a livello mondiale, ma anche uno dei più alti tassi di inquinamento dalla plastica. Con la campagna “Strawless in Seattle” (“Meno cannucce a Seattle“), le cannucce hanno le ore contate. Tutti i locali della città dovranno, entro il prossimo luglio, adeguarsi ad un’ordinanza per frenare questo spropositato uso di cannucce, offrendo ai propri clienti soluzioni alternative, con materiali più ecologici.

Nel Regno Unito, le campagne di sensibilizzazione contro la plastica non sono poche. Volti noti del panorama televisivo inglese, come Jamie Oliver, si propongono come testimonial contro l’uso sconsiderato di cannucce e posate di plastica. Aberporth, in Galles, ha da poco promosso una campagna non solo contro le cannucce, ma anche contro le confezioni in plastica del latte. Realtà molto più grandi cominciano a sposare queste iniziative, come ad esempio Londra. Nella capitale, infatti, nel quartiere Soho è partita la “Straw wars” promossa da Randall & Aubin. Una vera e propria rete che collega più di 30 bar contro le cannucce, promuovendo sempre più soluzioni alternative.

Anche in Italia la situazione non è delle migliori. Marevivo sta promuovendo una nuova campagna contro l’utilizzo della plastica monouso.

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immagine da pagina Instagram di “Marevivo_Italia”

Dati alla mano, nel 71% degli uccelli marini e nel 30% delle tartarughe sono stati ritrovati residui di plastica nello stomaco. L’obiettivo che si è preposto Marevivo è la sensibilizzazione al problema e la ricerca di soluzioni alternative che possano una volta per tutte risolvere questo sempre più crescente disastro ambientale. Come afferma Rosalba Giugni, presidente dell’associazione, “le abitudini dell’uomo non possono sempre avere ripercussioni sugli animali e l’ambiente, soprattutto quando esistono valide alternative per evitarle“.

 

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