Chiara Ferragni – Unposted: documentario senza filtro (critico)
Chiara Ferragni – Unposted, il racconto della vita della più famosa fashion blogger italiana, è al cinema per tre giorni. Ecco cosa non convince
Chiara Ferragni – Unposted si apre con la fashion blogger che si fa “bucare” da un piercer. Nel volto serrato dal dolore, le sue labbra si curvano: “I tuoi follower saranno fieri di te“. E già qualcosa, nello spettatore, produce straniamento. Ma è solo l’inizio.
L’assenza di conflitti
Più ci si addentra nel documentario, più emerge il concetto motivazionale riassumibile in “se vuoi farlo, puoi farlo“, perché “non ti serve un uomo, puoi farcela da sola”. Il risonante selfe made woman esclude ogni forma di gratitudine: Chiara parla in terza persona (“La Chiara che vorrei“) e sembra che debba tutto solo a se stessa.
Il vero punto nevralgico si riflette in una delle voci intervistate che, per analizzare il “fenomeno Ferragni“, spiega che l’influencer ha reinventato lo storytelling facendo a meno dei conflitti. Ma i conflitti sono il motore di qualsiasi storia vera, di ogni anima autentica; la loro eliminazione, all’interno del film, ne pregiudica la credibilità.
Fedez: una nota di colore
Fedez è la nota di colore che alleggerisce un quadro patinato ma monocromatico. Sa essere divertente e profondo insieme: si chiede se i cani di Paris Hilton, chiusi nella loro casetta in miniatura, paghino l’Imu, poi si prodiga in dichiarazione d’amore senza precedenti. I momenti che lo riguardano, purtroppo pochi, sono tra i più coinvolgenti.
Elogio monocorde senza filtro (critico)
Per la maggior parte del tempo, infatti, assistiamo ad un elogio monocorde e polivocale che esclude il distacco critico, il contraddittorio, un cono d’ombra che faccia presagire un qualche mistero. Chiara è una figura mistica, avvolta da un’aura di perfezione e di gentilezza. Ci si chiede in quale piega possa intravedersi un po’ di ruvida autenticità.
L’incanto si sgretola il giorno del matrimonio. Chiara diventa quasi truce quando dà istruzioni agli invitati su come e quando postare le stories, e a Fedez sul modo in cui debba sollevarle il velo. Tra un “fammi la luce” e “ne ho presi 200mila da martedì (followers)“, il vaso di pandora si sgretola, rivelando una paura profonda: quella dell’oblio. La risposta alla paura? Un controllo di sé quasi robotico. E’ il cortocircuito che aspettavamo, e che ci invita a grattare sulla superficie propagandistica e pubblicitaria del prodotto.
I ricordi d’infanzia
Ci basta? Il dubbio si stempera davanti ad una valanga di ricordi d’infanzia, raccolti da mamma Marina. Chiara è paffuta, biondissima, pronta ad aprirsi in larghi sorrisi e a sbracciarsi pur di comparire in camera. E’ già un’icona digitale, prima di saperlo.
L’ultimo fotogramma è il suo volto confuso. Alla domanda: “Che vuoi fare da grande?”, la piccola risponde: “La pittrice“. Ma Marina insiste, facendole immaginare altri percorsi. Oggi, secondo Forbes, è la più importante influencer al mondo nel campo della moda.
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