29 Settembre 2016 - 11:08

Il “colonnello” che scoprì un diamante

diamante

Il 29 settembre è da sempre un giorno speciale per i tifosi milanisti: è il giorno della nascita di Berlusconi e di Andry Shevchenko il diamante di Valery Lobanovsky

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Voci di corridoio a Milanello raccontano come fin dal primo giorno d’allenamento Andriy Shevchenko abbia impressionato tutti. Dopo aver svolto due ore di seduta ed essere stato il migliore nei test fisici, spiazzò staff tecnico e compagni chiedendo “Quando inizia l’allenamento vero?”.

La macchina ucraina era sempre il primo a presentarsi sui campi di allenamento e sempre l’ultimo a lasciare con un lavoro supplementare che applicava ogni volta.

Una forza innata e superiore alla media data dal suo mentore e secondo padre Valeri Lobanovsky. E’ lui il creatore della macchina da gol che entusiasmerà tutti i tifosi rossoneri e non solo. Uno dei più grandi allenatori della storia del calcio.

 Una delle massime de “Il Colonnello” era quello di computerizzare ogni fase dell’allenamento (si vociferava che il KGB lo avesse messo sotto controllo). Portarono un computer nel campo di allenamento per registrare ogni singolo movimento dei giocatori. Divisero il campo in 9 aree e iniziarono ad elaborare il concetto di squadra perfetta con giocatori perfetti in grado di poter svolgere qualsiasi ruolo.

Anzi no, al bando i ruoli. Nella mente di Valeri Lobanovsky non è più possibile parlare di difensori, attaccanti e centrocampisti. Al loro posto ci sono giocatori “universali” in grado di esprimersi in ogni parte del campo, in ogni posizione e situazione tattica, in ogni ruolo. Nessuno deve “solo” attaccare o “solo” difendere. Esistono i difendenti e gli aggressori ma devono essere comunicanti tra loro.

dinamo kiev coppa delle coppe 1975 valeri lobanovsky

La Dinamo Kiev vince nel 1975 la Coppa delle Coppe. Allenatore: Valeri Lobanovsky

E’ calcio computerizzato. Tutti i giocatori sono in grado di ricoprire più ruoli e disorientare ogni tipo di avversario. Prima lo attirano, poi lo calpestano e infine lo stritolano. A farne le spese prima degli spagnoli di Aragones sono Utrecht, i rumeni dell’ Universitatea Craiova, il Rapid Vienna e il Dukla Praga.

La Dinamo è un rullo compressore anche grazie ad allenamenti sempre più particolari. Tra questi l’allenamento a torso nudo durante le prime ore del mattino, a Kiev! Oppure le partitelle cinque contro cinque bendati per oliare sempre di più i meccanismi. “In campo le sole improvvisazioni che tollero sono quelle che mettono in difficoltà gli avversari” continuerà a ripetere e la Dinamo è la proiezione dei suoi pensieri: pratica, devastante, meccanica. Anche in questa occasione arriva, un po’ a sorpresa, il Pallone d’Oro per un suo giocatore, Igor Bjelanov.

“Ho scoperto un diamante” si vantava Valery Lobanovskyi, leggendaria icona sovietica e suo indimenticabile mister, parlando in giro di Andriy Shevchenko. E lui ha sempre confermato che, senza il suo guru “colonnello”, non sarebbe mai diventato quel meraviglioso attaccante che tanto hanno ammirato e amato i tifosi rossoneri.

Leggenda dice che quando arrivò appunto alla corte di Lobanovskyi fumasse come un dannato. “Ehi ragazzo, ascoltami bene: da oggi non fumerai più nemmeno mezza sigaretta! Intesi?” Gli tuonò il colonnello. Detto fatto, da quel giorno il ragazzo iniziò a sostituirle con i gol.

Per Sheva è stato sicuramente il suo più grande maestro, un secondo padre. Dopo aver vinto la Champions League del 2003 col Milan, volò immediatamente a Kiev, andò sulla tomba di Lobanovskyj a vi lasciò la medaglia ricevuta dopo il trionfo.

“Era il minimo che potessi fare per un uomo come lui”.

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Con i “biancoblu” di Kiev, Shevchenko si fa conoscere al Mondo nella stagione 1997-98 quando, con una meravigliosa e romantica tripletta al Barcellona, espugna il Camp Nou in Champions League. Zero a quattro e apoteosi Ucraina. L’Europa sembra essere già ai suoi piedi. L’anno successivo trascina la sua squadra addirittura alle semifinali della Champions, laureandosi capocannoniere del torneo con 8 reti insieme a Dwight Yorke del Manchester United campione.

Arriverà così la grande chiamata del Milan: il diavolo veste ucraino.

Shevchenko coi Rossoneri vincerà tutto, compreso il Pallone D’Oro 2004, anche e soprattutto per quella sua cultura del lavoro impressionante, quasi maniacale. Billy Costacurta racconterà di lui:

“Era la prima settimana di Sheva con noi. Nel giorno delle ripetute, alla fine dell’allenamento, ci stavamo dirigendo tutti negli spogliatoi. Andriy un po’ titubante e con un italiano zoppicante mi chiese: ‘Billy scusa quando inizia allenamenti?’ Credevo che mi stesse prendendo in giro, ma poi ho capito che diceva sul serio quando sono uscito dagli spogliatoi dopo la doccia e lo vidi ancora ad allenarsi da solo…”

Oggi è il compleanno del diamante di Lobanovsky. Un Vento dell’Est che ha accarezzato tutta la storia del calcio. Buon Compleanno Andry.

 

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