22 Maggio 2021 - 19:54

Decreto Semplificazioni in ritardo, proteste dalla Cgil

Decreto Sostegni Bis Decreto Sostegni Ter

Il decreto semplificazioni è in ritardo per la consegna alla commissione europea. La bozza fa già discutere e il segretario della Cgil minaccia sciopero generale

Il Decreto Semplificazioni doveva essere pronto giovedì scorso, ma ciò non è avvenuto. Il governo Draghi non ha rispettato le scadenze per il primo punto del Recovery Fund e ora si corre. Ma non sembra facile. La bozza del decreto ha già fatto storcere il naso a diverse classi di lavoratori e rappresentanti.

Contrario al Decreto Semplificazioni il segretario della Cgil che ha affermato: “In un paese dove si continua a morire sul lavoro la logica del subappalto libero e del massimo ribasso sono contro la sicurezza delle persone.” La minaccia dello sciopero si fa sempre più di ampio respiro.

Bozza del Decreto Semplificazioni

Il decreto semplificazioni era già pronto dallo scorso anno ma adesso sono state attuate delle modifice delle soglie per i contratti senza gara. In dettaglio sale da 75.000 a 139.000 euro la soglia dei contratti senza gara di servizi e forniture. Mentre l’affidamento dei lavori sarà sottoposto a procedura negoziata senza bando per i contratti di importo compreso tra i 150.000 euro e un milione di euro, con la consultazione invece di almeno dieci operatori solo per le opere dal valore pari o superiore a un milione.

Tra le altre misure nella bozza, una Soprintendenza unica per le opere del Pnrr e un nuovo sistema di norme per semplificare e velocizzare le procedure di autorizzazione, nel rispetto della tutela paesaggistica. Il sistema normativo sarà “innovativo”: modificherà le procedure di autorizzazione, anche con la partecipazione a monte nelle decisioni sui luoghi in cui dovranno essere collocate le infrastrutture, a seconda che impattino sulla tutela paesaggistica o archeologica. delle attività.

Altra novità contenuta nella bozza del decreto: i dirigenti pubblici diventano responsabili della transizione digitale della Pubblica Amministrazione, e chi frena sarà sanzionato secondo la gravità delle violazioni, da tagli alla retribuzione fino alla perdita dell’incarico. Sarà l’Agid a vigilare, verificare e segnalare le “violazioni degli obblighi di transizione digitale” alla presidenza del Consiglio per l’eventuale esercizio di “poteri sostitutivi”. Previste anche multe da 10mila a 100mila euro per chi non fornirà dati e documenti richiesti dall’Agid per il monitoraggio delle attività.

Insomma, il tempo stringe e il governo Draghi dovrà decidere al più presto la linea da seguire.