5 Marzo 2018 - 11:42

Dieta vegana in gravidanza: rischi per il feto

dieta panzironi

Secondo un recente studio il deficit di vitamina b12 causato dalla dieta vegana in gravidanza porterebbe a gravi problemi neurologici per il feto

Negli ultimi anni sta prendendo sempre più piede la dieta vegana, un’alimentazione che esclude in maniera assoluta qualsiasi sostanza di origine animale. Per quanto un’alimentazione ricca di frutta e verdura possa giovare sotto molti aspetti, anche le proteine animali sono importanti. L’apporto proteico può facilmente essere compensato dall’assunzione di legumi, ma la vitamina b12 è presente soprattutto negli alimenti animali.

Lo studio

Secondo uno studio condotto dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma e dell’Ospedale Meyer di Firenze, la dieta vegana è dannosa in gravidanza. I dati prodotti da Simmens (Società italiana per lo studio delle malattie metaboliche ereditarie e lo screening neonatale), indicano un netto aumento dei casi di deficit di b12 nei feti e nei neonati. Questo fenomeno è riconducibile all’alimentazione vegana che viene seguita da molte donne anche durante la gravidanza. La vitamina b12, infatti, è fondamentale per una corretta formazione del sistema nervoso del bambini. Un deficit può portare a gravi problemi neurologici (già in utero) come spina bifida, anenencefalia ecc.
I dati solo allarmanti, da 42 casi nel 2015 a 126 casi nel 2016.

La vitamina b12

Il termine vitamina b12 indica un complesso di molecole simili tra loro e che hanno una funzione simile. È corretto anche il nome di cobalamina poiché queste molecole hanno al loro interno un atomo di cobalto. La b12 si trova nella carne di manzo (soprattutto nel fegato), nel pesce e nei molluschi. Il suo ruolo è fondamentale per la formazione dei globuli rossi e della guaina mielinica che riveste i neuroni. Una carenza può provocare anemia megaloblastica, anemia perniciosa e, come già detto, un’errata formazione del tubo neurale del feto. È importante, quindi, sostenere un regime alimentare corretto ed affidarsi un medico o ad un nutrizionista, specialmente in gravidanza.

Si auspica, infine, una maggiore sensibilizzazione sulla dieta vegana per evitare il diffondersi di questa gravissima condizione per i futuri nati.

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