10 Novembre 2017 - 09:32

Disabilità al femminile, rompere gli stereotipi e valorizzare la bellezza

disabilità

Una donna può e deve amarsi nonostante una condizione come la disabilità, perché essa non rappresenti un ostacolo, ma una sfida da superare ogni giorno per sentirsi sempre fiera di sé

Che cos’è la femminilità? Un concetto così astratto eppure interiorizzato da ogni donna, al quale non corrisponde una spiegazione univoca. Ciononostante si cerca di dare una forma e dei confini precisi alla bellezza attraverso moda, abbigliamento, trucco ecc, ma in molti casi non ci si sofferma sul vissuto corporeo ed emotivo, che è diverso per tutte, ma in particolare per le donne affette da disabilità.

Come considerano se stesse e la propria femminilità? Riescono ad amarsi, a vedersi belle? Il corpo delle disabili, in forza di tali dettami, può diventare, purtroppo, oggetto di derisione, aggressioni e cattiveria. A maggior ragione l’insicurezza insorge se la disabilità è acquisita nel corso della vita per incidenti o malattie: non si riconoscono più, il corpo non è più quello di prima e non risponde alla propria volontà che, invece, è rimasta la stessa.

Autostima e bellezza

Diventa quindi importantissima la fase della (ri)costruzione dell’autostima, attraverso la fruizione delle stesse opportunità di affermazione personale e sociale, della valorizzazione della propria bellezza interiore e, perché no, esteriore. Cancellare un ideale di perfezione vuoto ed irraggiungibile dovrebbe essere lo scopo principale per una nuova frontiera della bellezza, affinché possa includere ogni donna, con qualsiasi caratteristica fisica.

Già si comincia a muovere qualche passo in tal senso, con iniziative che mettono in luce l’estetica femminile nella sua accezione più vera come, in questo caso ad esempio, sfilate di modelle in carrozzina: la disabilità non deve essere l’unico elemento che rappresenta la donna che ne è colpita.

Gli ostacoli nella testa

Ci sono donne straordinarie che non hanno permesso alla propria disabilità di vivere al posto loro. Compiono scelte di vita e fanno dei progetti,  come mettersi in gioco nel lavoro o dare alla luce dei figli, per educare al rispetto ed alla valorizzazione, in una reinterpretazione creativa di una maternità che avrebbe una ragione in più per compiersi. È anche in questo modo che (si) trasformano in un emblema di bellezza non convenzionale. 

Femminilità, che non significa solo essere femmina nella sua accezione stereotipata, ma appartenere all’universo femminile spiritualmente e fisicamente, nel modo che è più congeniale, senza limiti o imposizioni che escludano, come accade oggi, in tanti ambiti.

Sentirsi libere prima di tutto nella mente: nessun tipo di disabilità deve impedire ad una donna di essere quella che si sente dentro, perché quando gli ostacoli sono nella testa la strada sarà sbarrata. Per qualsiasi persona.  

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