Enzo Jannacci: undici anni fa moriva il cantautore milanese
Undici anni fa moriva un guru della musica italiana, Enzo Jannacci. L'artista ha attraversato ben mezzo secolo di storia della musica
Ancora oggi, uno dei punti di riferimento della musica italiana. Undici anni fa, il 29 Marzo del 2013, moriva Enzo Jannacci. Il poliedrico artista milanese, attraverso i suoi testi e le sue melodie, ha incantato e raccontato un’intera generazione italiana. Nato a Milano nel 1935, dopo una carriera straordinaria che l’ha portato ad affermarsi tra i maggiori cantautori italiani del secondo dopoguerra, si spense durante questo giorno di undici anni fa.
Autore di quasi 30 album e tra i pionieri del genere rock’n’roll in Italia, nel 1981, proprio in questo giorno, Jannacci si esibiva ospite nel programma musicale di Canale 5 “Popcorn” col brano “Ci vuole orecchio”. Il singolo era estratto dall’omonimo album, l’undicesimo pubblicato un anno prima, e includeva brani con Paolo Conte, Cochi Ponzoni e Renato Pozzetto.
Con Quattro Targhe e un Premio Tenco, Enzo Jannacci è tra gli artisti italiani ad aver maturato più riconoscimenti da parte del Club Tenco. Questa è un’associazione culturale fondata nel 1972 e dedicata al sostegno della canzone d’autore nel Bel Paese. Lo scorso anno, in occasione del decimo anno dalla sua scomparsa, il figlio Paolo ha organizzato “Jannacciami!“. Si tratta di uno spettacolo che ha visto alternarsi gli artisti che hanno condiviso un pezzo di strada con lui e ne hanno seguito le orme come Diego Abatantuono, Ale&Franz, Massimo Boldi, Elio, Francesco Gabbani, J-Ax, Cochi Ponzoni, Paolo Rossi e Ornella Vanoni.
Inevitabilmente, la memoria dell’artista sarà sempre legata a quella di Giorgio Gaber, Cochi e Renato e Dario Fo. Tutti personaggi con i quali l’artista ha lavorato e scritto canzoni. Jannacci aveva una solidissima preparazione alle spalle. Era diplomato in armonia, composizione e direzione d’orchestra al Conservatorio di Milano dove aveva studiato otto anni di pianoforte. Inoltre, è stato cantautore, cabarettista e attore. Non ha comunque mai lasciato la sua professione di medico chirurgo (si era laureato nel 1969), al punto da definirsi sempre “prima medico e poi artista del mondo dello spettacolo“.
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