25 Gennaio 2022 - 13:59

Eric Cantona: 27 anni fa il francese passò dal calcio al Kung Fu

Sono passati 27 anni dal gesto tecnico più brutto che Cantona potesse regalare agli appassionati di calcio. Una macchia sul curriculum che rappresenta la sregolatezza di un campione

Lucas Hernandez

Eric Cantona è uno dei grandi campioni che la Francia ha regalato al calcio. L’attaccante ha dato spettacolo tra gli anni ’80 e gli anni ’90, giocando in diverse squadre del suo paese come l’Auxerre, il Marsiglia o il Bordeaux. Ma soprattutto Cantona ha stupito alle pendici dell’Old Trafford con la maglia del Manchester United, dove è diventato “The King“. Il francese è approdato in Inghilterra nel 1992 e dopo 5 stagioni i Red Devils, grazie a lui, contavano in bacheca 4 Premier League e 2 Fa Cup. La sua esperienza britannica non fu contraddistinta solo da goal e talento, ma anche da quella sua follia che lo ha reso protagonista di tanti episodi sopra le righe. Ed è per questo che tutti gli innamorati del calcio ricordano un episodio in particolare, che ha macchiato per sempre la carriera di Cantona. La vicenda risale al 25 gennaio del 1995, esattamente 27 anni fa, e possiamo goliardicamente definirla come un temporaneo passaggio dal calcio al Kung Fu.

Il calcio… nel calcio

Quando nello sport praticato da Cantona si parla di calciare si fa riferimento, ovviamente, al pallone. Il francese era ben consapevole di ciò, eppure il 25 gennaio di 27 anni fa per un attimo lo ha dimenticato. Tutto si svolge nello stadio del Crystal Palace, durante una partita difficile per il Manchester United che deve inseguire il primo posto in classifica. Una partita tosta anche per Cantona, marcato stretto dalla difesa avversaria con metodi non sempre gentili. E così il francese si innervosisce, accumula frustrazione. Lo sfogo arriva inevitabilmente nel secondo tempo, quando Cantona reagisce all’ennesimo fallo subito e rimedia un cartellino rosso. Ma il peggio deve ancora venire: Cantona si dirige verso gli spogliatoi per lasciare il campo, arriva in prossimità degli spalti, si avvicina ad un tifoso avversario di nome Matthew Simmons che inveisce contro di lui e lo colpisce con un calcio volante in stile Kung Fu.

Dopo quel bruttissimo gesto Cantona ha dichiarato: “Le persone ti dicono cose del genere, quando giochi, milioni di volte. Poi c’è quella volta che non lo accetti“. “The King” , per quel calcio, ha subito otto mesi di squalifica e la condanna a due settimane di carcere, convertite in 120 ore di servizio civile.

Dopo oltre 20 anni dallo sgradevole e scorretto episodio Cantona non sembra affatto pentito. Al contrario, ha spiegato più volte che a suo parere avrebbe dovuto colpire Simmons più forte. Dichiarazioni che non fanno certo onere ad un campione, calcisticamente parlando, come lui. Perché se anche è vero che il suo gesto violento è nato da una ingiusta e ingiustificabile provocazione e che non sempre è facile restare impassibili alle offese, è anche vero che reagendo in quel modo diventi uguale al tuo carnefice. E la violenza genera solo altra violenza.