9 Marzo 2021 - 12:32

Germania, Low ai titoli di coda: l’Europeo l’ultima passerella

low

Euro 2020 sarà l’ultima grande competizione nella storia di Joachim Low alla guida della Nazionale tedesca: il Mondiale di Brasile 2014 la sua più grande vittoria

Joachim Low lascerà la guida della Nazionale tedesca al termine dei prossimi campionati europei: un comunicato ufficiale da parte della Federazione lancia la bomba sul futuro della guida tecnica.

Una decisione a sorpresa diffusa attraverso una semplice riga sui social:

“Joachim Löw will step down as national team head coach after EURO2020“.

Una decisione, che da quanto traspare, sembra voluta proprio dal ct Low: la scelta di lasciare un anno prima della scadenza del contratto, e dei Mondiali di Qatar 2022, ha sorpreso molti degli addetti ai lavori.

Alla guida della Mannschaft dal 2006, il tecnico tedesco si è reso protagonista di uno dei cicli più longevi su una panchina nazionale: solo Oscar Tabarez con l’Uruguay ha fatto meglio.

Un ciclo vincente e soddisfacente, sbiadito, solo in parte, dalle ultime campagna internazionali fallimentari: Low ha portato la Germania sul tetto del mondo a Brasile 2014, oltre alla vittoria in Confederations Cup di Russia 2017.

Oltre agli allori del vincitore, la Mannschaft ha raggiunto in questi anni anche ottimi piazzamenti in zona podio: un bronzo ai Mondiali di Sudafrica 2010 e agli europei di Polonia-Ucraina 2012 e Francia 2016, oltre a un argento ad Austria-Svizzera 2008.

A pesare nel bilancio complessivo la debacle mondiale di Russia 2018 e gli ultimi, insoddisfacenti risultati in Nations League.

Il sito della Federazione tedesca ha rilasciato anche le parole proprio del ct, quasi ex:

“Faccio questo passo in modo molto consapevole, pieno di orgoglio ed enorme gratitudine, ma allo stesso tempo continuo ad essere molto motivato quando in vista degli Europei. Sono orgoglioso, perché è qualcosa di molto speciale e un onore per me essere coinvolto con il mio paese. E perché ho potuto lavorare con i migliori calciatori del paese per quasi 17 anni supportandoli nella loro crescita. Con loro ho avuto grandi trionfi e dolorose sconfitte, ma soprattutto tanti momenti meravigliosi e magici, non solo la vittoria del Mondiale 2014 in Brasile”.