8 Luglio 2016 - 18:06

iPhone: storia di un mito

Che piaccia o no, iPhone ha conquistato chiunque, ha segnato la storia della tecnologia, è ancora oggi un prodotto di riferimento. iPhone è un mito?

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Non molti ricorderanno il primo iPhone giunto sul mercato.

Era l’anno 2007, Steve Jobs proponeva al mondo la sua visione di telefonia cellulare, lanciando l’iPhone 2G, ovvero iPhone EDGE. Fu un colpo assestato con maestria al mercato dei telefoni cellulari, tanto che le file, nei primi giorni di vendita, raggiunsero lunghezze inaudite. Follia di massa, secondo qualcuno, ottima campagna di comunicazione, secondo altri.

Un anno dopo, nel 2008, arrivò il successore del primo terminale rivoluzionario di Apple: l’iPhone 3G. Giunto anche in Italia, a differenza del primo modello, disponibile solo negli Stati Uniti, vi fu la consacrazione assoluta a smartphone di riferimento: la concorrenza, però, bisogna ricordare, non era agguerrita. Stava allora gemmando Android e Microsoft continuava a proporre il suo Windows Mobile, tutt’altro che intuitivo e flessibile.

Il 3G fu supportato, da Apple, fino al 2011, con l’arrivo di iOS 4.3tre anni di aggiornamenti e risoluzione di bug da parte del produttore.

iPhone Apple

Il successore, iPhone 3GS, nato nel 2009, introdusse la memoria da 32Gb, alcuni controlli vocali per la selezione e riproduzione di file audio, ma la sua vera forza fu l’App Store con oltre 50.000 applicazioni.
Non si trattava più, però, di un telefono senza concorrenti. La diffusione del sistema operativo di Google, Android, aveva minato la strada spianta da Apple. Tanti, tantissimi terminali, a basso costo e prezzo contenuto iniziarono a fare capolino per conquistare chi, non a torto, non era intenzionato ad investire somme esose di denaro per un telefono cellulare.

Con l’abbandono della sigla letterale, arriva in campo l’iPhone 4 nel 2010, seguito dall’iPhone 4s nel 2011. Entrambi i telefoni, che mantennero egual design, proposero materiali nobili (vetro e alluminio), l’integrazione con Face Time (per video chiamate con altri dispositivi Apple compatibili, tra cui i Mac), e il terminale dell’azienda di Jobs assunse, definitivamente, il ruolo di status symbol.

Anche per i 4s Apple non fece mancare il proprio supporto nel tempo, tanto che possiamo quasi sorprenderci: solo adesso, nel 2016, con l’arrivo di iOS 10 il telefono apparso nel 2011 resterà fuori dal piano di upgrade software.

Telefono altrettanto simbolico, un successo planetario, fu il più ampio iPhone 5. Abbandonata la scocca posteriore in vetro, per dare spazio all’alluminio unibody, colorazioni particolarmente appetibili – ma allo stesso tempo una dannazione, data l’estrema delicatezza, per gli acquirenti – con l’introduzione del nero e dell’argento. Era l’anno 2012, e quel telefono segnò per Apple una strada sicura: iPhone era quello che la maggior parte della gente desiderava. Recensori, forum, blog resero, poi, il telefono di Apple l’oggetto di confronto con ogni altro terminale sul mercato.

Samsung, frattanto, aveva affermato il proprio potere di mercato grazie ad Android, al suo Samsung S – cause, dibattiti, confronti e flames sul design chiaramente troppo ispirato ad iPhone – S2, S3, S4 poi dando il via alla dinastia Galaxy. I competitors c’erano, ma il confronto sulle prestazioni e sulle caratteristiche, allora come oggi, ruotava sempre intorno al telefono lanciato 4 anni prima da Jobs.

iPhone Apple

L’anno successivo un’altra rivoluzione colpì Apple e la gamma di telefoni: l’introduzione del Touch ID, su iPhone 5s, che mantenne design ma non caratteristiche del predecessore, fu un terremoto mediatico.
Per la prima volta Apple decise di affiancare al proprio terminale di punta un secondo nuovo modello. Scomparve dal listino iPhone 5 e arrivo iPhone 5C: scocca in plastica e stessa componentistica del predecessore. Qualcuno storse il naso, qualcuno ebbe da obiettare vivamente sulla scelta perpetrata da Apple… fu, forse, il primo ed unico flop di marketing e commerciale dell’azienda in campo smartphone.

Con una rivoluzione del design, abbandonando le linee più squadrate dei modelli dal 2010 in poi, arrivarono in scena gli iPhone 6 e iPhone 6 Plus.

Polemiche violente contro Apple infiammarono il web e la stampa di settore: l’idea di uno smartphone inferiore ai 5 pollici, da sempre proposta da Jobs, aveva ceduto alla moda e all’esigenza dei consumatori. Se per qualcuno fu un male, per l’azienda di certo non fu così.

Giunto sul mercato nel 2013, introdusse la moviola, abbracciò la tecnologia NFC, per il modello Plus fu introdotto lo stabilizzatore ottico della fotocamera, ma non mancarono battibecchi e confronti sul design: tondo, come le saponette, la fotocamera sporgente, il bendgate e la poca ricchezza d’innovazione.

Frattanto, parlandone bene o male, iPhone continuava a vendere. File interminabili al lancio, come per i primi modelli, confronti con ogni altro prodotto sul mercato: vittoria scontata, nel confronto hardware. Poche risorse a disposizione, per garantire prestazioni di gran lunga superiori ai telefoni concorrenti – che, volenti o nolenti, dovevano essere equipaggiati, come negli anni precedenti, con molta più RAM di iPhone, e processori più potenti, per offrire simili esperienze d’uso.

iPhone Apple

Il 2015 fu l’anno della versione s, arrivarono gli iPhone 6s e iPhone 6s Plus. Come da tradizione fu mantenuto inalterato il design del precedente modello, con alcune migliorie lato hardware: il 3D Touch fu la nuova causa delle guerre mediatiche. Feature inutile, feature utile… ma la cinese Huawei, sempre più affermata sul mercato decretò la vittoria di Apple proponendo al mercato, con qualche giorno d’anticipo, uno smartphone, Android, il Mate S, che sfruttava una tecnologia quasi identica. Purtroppo fu Apple a spuntarla, nuovamente, avendo implementato meglio, nel sistema operativo, tale feature.

Nel 2016 vi fu il ritorno di iPhone SE, un design vicino all’apprezzato iPhone 5, ma con scheda tecnica più vicina ai modelli 6/6 Plus.

Lungimiranza: un utente felice è un utente conquistato

Potrà sembrare sciocco, ma chi ha acquistato iPhone ben spesso ne è rimasto soddisfatto. Non che gli utilizzatori di Android non lo siano ugualmente, ma avere un telefono con un supporto da parte della casa madre davvero lungo, ne garantisce longevità e sicurezza.
Lo sa bene chi ha, ancora tra le mani, un iPhone 5. Giunto sul mercato nel 2012 oggi, nel 2016, vedrà anche l’aggiornamento ad iOS 10. Quattro anni di servizio per un terminale che, altrimenti, avrebbe dovuto essere già obsoleto.

La folle mania alla rincorsa di un nuovo terminale potrebbe smorzarsi: a che serve cambiare, annualmente o biennalmente un telefono? The Verge, noto portale di informazione tecnologica, ha infatti svolto una ricerca con sondaggio tra i suoi lettori. Ebbene, si evince chiaramente che la maggior parte di essi (all’incirca il 66%) preferisce tenere un telefono oltre i tre anni – ed iPhone, infatti, consente di avere un terminale aggiornato per tutto il tempo -, mentre solo 22% ed 11%, rispettivamente, sarebbero disposti a cambiare telefono ogni due ed ogni singolo anno.

Nonostante l’innovazione introdotta da Apple, con il 3D Touch, non presente su iPhone 5, 5s, 5C, 6, 6 Plus, il nuovo sistema operativo manterrà un’interfaccia perfettamente fruibile da chi non dispone di tale nuova tecnologia. Non resta che porvi la domanda: voi quanto tempo terreste il vostro iPhone?

Più o meno di due anni? Ci arrivereste a tre, o sentite l’esigenza di un upgrade in tempi minori?

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