28 Dicembre 2015 - 15:47

Isis subisce sconfitta a Ramadi

Isis subisce sconfitta a Ramadi

Le truppe governative irachene sottraggono il capoluogo Ramadi, della provincia Al Anbar, all’Isis, infliggendo una pesante sconfitta ai miliziani

[ads1] La coalizione irachena anti-terrorismo annuncia orgogliosamente che è cessato qualsiasi segnale di resistenza del nemico. Le milizie jihadiste dello Stato Islamico, infatti, hanno rapidamente abbandonato il centro di comando militare e la città, subendo molte perdite tra le proprie fila. Nel frattempo, l’esercito iracheno rientra nel capoluogo liberato (Ramadi), apprestandosi a disattivare le mine anti-uomo ancora presenti nelle strade principali.

La sconfitta dei terroristi è senz’altro un ulteriore segnale incoraggiante per i popoli mediorientali in lotta contro l’estremismo mercenario e pseudo-islamico che contraddistingue lo Stato Islamico, soprattutto a seguito delle pesanti perdite che quest’ultima ha subito in Siria, grazie all’intervento militare del Cremlino.

IsisIl conflitto è essenzialmente bilaterale, ovvero incentrato non soltanto su un primario elemento militare, ma anche culturale. L’Islam risulta essere la corrente religiosa e culturale principalmente presa di mira dall’Isis, dal momento che esso gioca la propria battaglia ideologica sullo screditamento mediatico dei musulmani, in maniera tale che essi appaiano come un’intera comunità potenzialmente terroristica. Da qui, le parole del presidente iraniano Hassan Rohani, il quale ha affermato che gli islamici devono migliorare l’immagine del proprio credo, dal momento che essa è stata offuscata dalla violenza estremista.

I principi dell’Islam si oppongono alla violenza dei gruppi terroristici, i quali dimostrano soltanto una grande ristrettezza mentale nei confronti del diverso e pregiudizi verso forme differenti di spiritualità. Il leader iraniano ha aspramente criticato i paesi musulmani che hanno manifestato indifferenza nei confronti dello spargimento di sangue avvenuto fra i propri fratelli. E’ risaputo, infatti, che paesi come l’Arabia Saudita e la Turchia rivestano un ruolo ambiguo nel panorama geopolitico dell’area mediorientale: essi non combattono risolutamente l’Isis e osteggiano la coalizione russo-siriana, l’unica che abbia conseguito risultati considerevoli fra le numerose fazioni anti-terroristiche.

Se, dunque, in Iraq e Siria la situazione sembra prendere una piega meno drammatica, diversa è la situazione in Libia, dove i miliziani si stanno densamente radicando nel territorio. [ads2]