11 Dicembre 2017 - 09:09

Le Iene e l’intervista (inedita) alla figlia di Totò Riina

Totò Riina

La figlia di Totò Riina, Maria Concetta, racconta gli anni della latitanza, il giorno dell’arresto e la strage di Capaci davanti alle telecamere de “Le Iene”

Parla per la prima volta Maria Concetta Riina, la figlia del “capo dei capi” di Cosa Nostra, deceduto il 17 novembre.

Proprio nei giorni scorsi, Maria Concetta, è stata travolta da una “bufera” mediatica nata dopo la creazione di un sito di e-commerce che promuoveva la vendita di cialde da caffè, dedicate a Riina (dal nome “Zù Totò”). Questa iniziativa, infatti, sarebbe stata lanciata da Maria Concetta Riina e dal marito Antonino Ciavarello un po’ per “dedicare questo gesto a mio padre” un po’ perché “non c’è niente di illegale nella vendita di caffè online”.

Quello che stupisce la iena Golia, così come tutti coloro che hanno potuto vedere il servizio andato in onda questa sera, è il fatto che Maria Concetta Riina non riesca per nessuna ragione a prendere le distanze dal padre. Ciò che lei racconta è la latitanza del padre sotto gli occhi di una figlia: “Ai miei occhi era un’altra persona, non era il mostro che vedete voi. È stato un buon padre. E penso che in certe cose non c’entra“.

Quindi – gli domanda Golia – secondo lei era uno stinco di santo?”. “Non lo so, se non era uno stinco di santo – risponde Maria Concetta –  sarà all’Inferno, se lo era starà in Paradiso. Questo non spetta a me deciderlo!

Durante il periodo della latitanza, da ciò che Maria Concetta racconta alla Iena Golia, Riina usciva di casa tranquillamente, andava a far la spesa, come se avesse una vita normale. L’unica “anomalia”, nella famiglia Riina, era proprio l’educazione dei figli: Maria Concetta racconta di non essere mai andata a scuola perché sua madre, che era un’insegnante, preferiva dar loro delle lezioni private.

E sulla strage di Capaci , racconta di aver seguito la vicenda seduta sul divano insieme al padre e a tutta la famiglia, infatti afferma: “Mio padre non era né preoccupato né felice. Non è vero che ha brindato con lo champagne“.

Nell’intervista si parla di tutti gli omicidi compiuti per mano di Riina: i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, Giuliano Boris.. Salta poi fuori, nel corso dell’intervista, il nome di un bambino, Giuseppe Di Matteo, figlio di un pentito che stava rivelando i dettagli sulla strage di Capaci. Il bambino era stato tenuto sotto sequestro per più di due anni e alla fine sciolto nell’acido. Maria Concetta dice: “Mio padre di questa cosa, di questo omicidio non ne sapeva niente. C’era chi, al posto suo, aveva eseguito senza chiedere il permesso“.

La figlia di Riina continua: “Lui ai miei occhi era un’altra persona, non il mostro che vede l’Italia intera. È stato un buon padre e poi penso che ci sono delle cose che, in cuor mio, non sono state commesse.

Non ha potuto fare tutto quello da solo. Mio padre ha fatto comodo a tante persone, accollandosi cose che altrimenti avrebbero dovuto accollarsi altri“.

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