Letta e il nuovo volto del PD: due donne ai vertici
Letta promette un rinnovamento radicale del partito democratico. Cambiamenti per i capogruppo parlamentari: in lizza due donne
Il segretario dem propone un ‘rinnovamento radicale‘ del partito democratico. Dopo la nomina dei due vicesegretari, Giuseppe Provenzano e Irene Tinagli, Letta passa a un rinnovamento dei vertici, puntando su due capigruppo donne.
Il Pd di Letta
‘Ai gruppi Camera e Senato suggerisco che dopo tre anni di guida maschile, gli ultimi due siano a guida femminile. I gruppi sono autonomi, a loro scegliere con chi‘, dichiara Letta. Il neo segretario ha, infatti, tutte le intenzioni di cambiare il partito e dopo la nomine dei due vicesegretari, preannuncia un cambiamento dei vertici parlamentari maschili.
Le possibili nomine al Senato
Tra i nomi papabili per il Senato, quelli di Valeria Fedeli, Caterina Bini e Roberta Pinotti. Per la Camera, invece, i nomi di Anna Ascoli, Alessia Rotta e Debora Serrachioni.
Il nome di Valeria Fedeli figurava come ministra dell’Istruzione, già nel governo Gentiloni. Dopo una lunga carriera nella Cgil, Fedeli è stata eletta per la prima volta nel Pd nel 2013 per poi essere riconfermata nel 2018. Dal 2013 al 2016, inoltre, ha ricoperto il ruolo di vicepresidente.
Nuove possibilità anche per Caterina Bini, 45 anni, che si vede ora inserita nell’ipotetica lista dei nuovi capigruppo parlamentari. Conosciuta come la più giovane segretaria regionale in Toscana, negli anni della carica, Bini è stata poi eletta consigliere regionale nel 2005 e confermata anche nel 2010.
Tra le ipotesi al Senato, circola anche il nome di Roberta Pinotti, 59 anni, già ministro della Difesa nei governi Renzi e Gentiloni. Di origini genovesi, Pinotti entra in Parlamento con i Ds nel 2001 alla Camera e viene riconfermata nel 2006. Con il Pd, Pinotti arriva al Senato nel 2008 e si vede ricofermata per ben tre volte. Oltre alla possibile nomina ai vertici, Roberta Pinotti era già comparsa nella lista dei candidati alla vicepresidenza del Partito Democratico.
I nomi alla Camera
Si parte dal nome di Anna Ascani, 33 anni, con un posto all’Istruzione del governo Conte e come sottesegratario allo Sviluppo economico nell’esecutivo di Mario Draghi.
Tra i nomi, anche quello di Marianna Malida, ministra della Semplificazione e Pubblica Amministrazione nei governi Renzi e Gentiloni, deputata Pd dal 2008.
Posto libero anche per la vice capogruppo veronese Alessia Rotta, 45 anni, entrata a Montecitorio nel 2008 e confermata poi nel 2018.
Si chiude infine con Debora Serrachiani, 50 anni, presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia, deputata dal 2019, eurodeputata e vicepresidente del Pd dal 2019.
Le donne in parlamento
I dati sulle donne in parlamento non mostrano però risultati incoraggianti. Secondo la mappa stilata dall’UN Women, un team delle Nazioni Unite, delle donne al governo, rispetto a 20 anni fa, la percentuale della prevalenza femminile fra le più alte cariche dello stato sarebbe soltanto raddoppiata. Ancora oggi, soltanto 1 vicepresidente su 4 sarebbe donna, circa il 28,2% e solo il 24% dei parlamentari del mondo sono donne.
La Spagna raccoglie il risultato più incoraggiante, invece, sulla percentuale di ministri , con il 64,7% di donne in carica, circa 11 su 17 ministri. A seguire i paesi con una percentuale di ministri donna, pari a quella maschile: Nicaragua (55,6% di ministre), la Svezia (54,5%), l’Albania (53,3%), la Colombia (52,9%), il Costa Rica e il Ruanda (51,9%), il Canada e la Francia (50%). Ancora lontana dall’obiettivo, l’Ungheria, dove il governo nazionalista detiene il record di una sola donna in carica come ministro.
Fino ad ora, invece, in Italia, soltanto 5 ministeri degli affari parlamentari sarebbero governati da donne, 22 della difesa, 21 dell’economia e soltanto 76 ministeri delle pari opportunità sono gestiti da donne. La questione del “portafoglio”, infatti, rimane argomento cruciale di disparità in parlamento.
La neo presidente del partito, sindaca di Marzabotto, Valentina Cuppi, da poco subentrata a Nicola Zingaretti, ha così commentato le intenzioni del segretario dem: ‘Il segretario Letta, in un’intervista al Tirreno, ha annunciato che i capigruppo alla Camera e al Senato saranno due donne. Un annuncio sorprendente e deflagrante che va nella direzione che noi donne del partito stiamo chiedendo. Una scelta che riconosce le grandi competenze che ci sono fra noi donne del Partito Democratico‘.
Cuppi ha poi ricordato come: ‘Un governo senza parità di genere, nessuna donna del PD, del centrosinistra. Non è un buon inizio. Dice quanto noi donne dobbiamo ancora lottare. Lo faremo. Comunque buon lavoro al Governo che dovrà sapere affrontare al meglio l’emergenza sociale, sanitaria ed economica‘.
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