21 Aprile 2015 - 10:03

Medea di Lars von Trier, la deviazione dal mito

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Medea, un mito che attraversa la storia letteraria e, da Euripide, giunge sugli schermi televisivi grazie all’opera di Lars von Trier che declina il personaggio in un modo nuovo

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Medea, il marito Giasone e i loro due figli vivono a Corinto, finché Creonte, re della città, non decide di dare sua figlia Glauce in sposa a Giasone.

Giasone, avendo in questo modo la possibilità di successione al trono, accetta e abbandona Medea.

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Medea di Lars von Trier

Malgrado la sua disperazione, vista l’indifferenza di Giasone, Medea medita una tremenda vendetta: fingendosi rassegnata, manda in dono una corona alla giovane Glauce, la quale, non sapendo che le punte della corona sono ricoperte di veleno, l’afferra e si punge, morendo così fra dolori strazianti.

Anche il padre di Glauce, Creonte, corso in aiuto della figlia, si punge e muore.

La vendetta di Medea, però, non finisce qui: per assicurarsi che Giasone non abbia discendenza, uccide i figli avuti con lui, impiccandoli a un albero.

Già qui si ha una prima deviazione rispetto a Euripide, in quanto Medea nel film, a differenza del mito dove uccide con un pugnale i suoi due figli, li impicca a un albero: la scelta rende le scene meno crude e, probabilmente, fu dovuta al fatto che il film venne commissionato a Lars von Trier per essere visionato sui canali della TV danese; nonostante tutto, la crudezza dell’infanticidio resta, anche se modificata rispetto alla tragedia originale.

medeaDiverso è anche il “mezzo” scelto da Medea per la morte di Glauce: nel mito di Euripide il dono avvelenato di Medea è una veste; nel film di von Trier, invece, il dono intriso di veleno è una corona, simbolo regale per eccellenza, come a voler sottolineare, ancora una volta, la rabbia e determinazione di Medea nella sua vendetta. Glauce, infatti, viene fatta morire durante il gesto, regale appunto, di mettersi in testa la corona.

Infine, c’è da dire come Lars von Trier ambienti il suo film nello Jütland, nel nord dell’Europa: questa scelta rende l’atmosfera della pellicola diversa; pare quasi di essere in una dimensione al di fuori del tempo, cristallizzata, il che è funzionale per la rappresentazione di un mito, di un racconto esemplare astorico e atemporale.

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