MES, l’accordo tra i ministri è ufficiale: ecco cosa prevede
L’accordo all’Eurogruppo per il MES prevede il paracadute per il Fondo salva-banche. Il backstop sarà in vigore dal 2022 invece che dal 2024
Finalmente, il momento è arrivato. Dopo un anno di attesa dovuto allo scoppio della crisi legata al Coronavirus, la riforma legata al MES è diventata realtà. Dopo oltre tre ore di discussione all’Europarlamento, i ministri dell’Economia di tutta Europa hanno trovato l’accordo sul pacchetto che prevede, tra le altre cose, l’anticipo del backstop per il fondo salva-banche comune (SRF). La modifica del trattato, con l’obiettivo di prevenire le crisi invece che curarle, con i dolorosi programmi di aggiustamento che sono costati al Meccanismo la sua fama.
Il commissario UE all’Economia, Paolo Gentiloni, ha espresso la sua a riguardo: “L’approvazione è una buona notizia per i cittadini e le imprese, perché irrobustisce l’Unione bancaria. L’accordo è stato possibile solo perché oggi le banche europee sono molto più forti di dieci anni fa.”
Il paracadute sarà in vigore due anni prima rispetto al previsto, cioè dal 2022 invece che dal 2024.
Per il deputato del PD, Filippo Sensi, la riforma è un passo avanti: “L’accordo sulla riforma del MES trovato all’Eurogruppo va nella direzione di una comune assunzione di responsabilità e di novità importante. Una Europa che cambia e che sa cambiare i suoi strumenti è una Europa più forte.”
A conti fatti, che cosa propone la riforma?
La nuova riforma
L’intento della riforma, avviata oltre due anni fa, è rafforzare e semplificare l’uso degli strumenti a disposizione del MES prima del salvataggio di un Paese. Le linee di credito precauzionali sono utilizzabili nel caso in cui un Paese venga colpito da uno shock economico e voglia evitare di finire sotto stress sui mercati. La riforma elimina il contestatissimo Memorandum, che ha causato danni irreversibili in Grecia. Una lettera d’intenti, che assicura il rispetto delle regole del Patto di stabilità, ha sostituito il meccanismo.
Inizialmente, il meccanismo di backstop era previsto per il 2024. Le banche hanno effettuato progressi sufficienti nella riduzione degli NPL, come vengono detti in gergo i crediti deteriorati. A questo punto, la sua anticipazione al 2022 è cosa fatta. Le banche del Sud Europa, specie in Italia quelle più grandi, hanno in gran parte ripulito i bilanci dalle sofferenze eredità della passata crisi, e ora dovranno caricarsi quelle che verranno prodotte dalla crisi in corso.
L’SRF potrà fare ricorso al MES solo nell’ultima fase. Nel caso in cui le risorse vadano esaurite e il Single Resolution Board non fosse in grado di raccoglierne altre, a quel punto la richiesta potrebbe essere presa seriamente in considerazione e dovrebbe essere accolta. La decisione del board avviene per consenso. Uno dei tasselli mancanti che l’Unione bancaria aveva fortemente voluto, finalmente, ha visto la luce.
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