Perchè il Napoli ed i napoletani stasera hanno diritto a sognare l’impresa
Per le strade di Napoli quello di oggi non è un giorno come gli altri. Allo stadio San Paolo sbarcano i campioni del Real Madrid per una serata di Champions League che già è storia
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Remuntada. Una parola, forse di origine spagnola, che da diverse settimane è entrata prepotentemente nella quotidianità di Napoli e di tutti i napoletani. Una parola di provenienza iberica proprio come il Real Madrid, una delle compagini più ostiche finite malauguratamente sul cammino europeo dei partenopei. Una parola che somiglia ad un ordine, che poi è quello di cui la squadra di mister Sarri ha bisogno stasera per proseguire il suo cammino in Champions League ed impedire che il sogno di un’intera città si trasformi in un incubo.
Il sogno sopracitato è quello dei quarti di finale della competizione da cui il Napoli è separato da due soli goal di scarto, a fronte del risultato di andata che ha visto i madrileni imporsi per 3 a 1 tra le mura amiche. A dispetto di quanto si possa credere quell’unica rete siglata da Lorenzo Insigne al Santiago Bernabeu non è servita solo per le statistiche ma rappresenta una vera e propria ancora di salvezza, cui le migliaia di tifosi azzurri possono appigliarsi per sperare e continuare a sognare che i 90 minuti di stasera possano sconvolgere qualsiasi pronostico o risultato già scritto.
In occasione della partita, nelle ultime ore il capoluogo campano è stato percorso da un fermento assurdo che ha fatto storcere il naso a diversi addetti ai lavori. Analizzando il fenomeno dall’esterno, infatti, può sembrare quasi paranormale che una città intera si fermi del tutto per assistere ad una partita di calcio, così come altrettanta meraviglia ha destato la decisione di chiudere alcune scuole ed uffici per permettere l’installazione di megaschermi atti alla visione del match. Un match che, va ricordato, si gioca a pochissimi chilometri di distanza dal centro in uno stadio tutto esaurito da settimane.
Tutto questo può sembrare una contraddizione ma in una città presa sempre troppo alla leggera, soprattutto da chi non ci ha mai vissuto, come Napoli ogni cosa è possibile, ed è per questo che il tifo partenopeo stasera ha il pieno diritto di immaginare la propria notte di rivalsa nei confronti dei campioni di tutto ma soprattutto contro i vari “Ma addo v mbarcat”.
Ne ha diritto per scrivere la storia in quanto l’ultimo avvistamento dei galacticos al San Paolo risale ai lontani anni ’80, oppure per la passione ed il folklore locale in grado di smuovere continuamente centinaia di persone che nei modi più bizzarri, e spesso in barba ai tanti sfottò ignoranti che col calcio non hanno nulla a che vedere, affollano continuamente piazze, bar, locali e gradinate di impianti sportivi in tutta Italia per sostenere i propri beniamini. Ne ha diritto per la logistica e l’organizzazione, perchè a sud di Roma, a parte qualche tentativo sporadico, non si sono mai visti sceicchi, cinesi o americani che a suon di dollari e yen hanno cercato fortuna partendo da campionati minori o dilettantistici, quelli che invece sono stati il pane quotidiano per decine di appassionati tra campi in terra battuta e fallimenti societari. Campi di periferia ed altrettante vicissitudini che sono stati anche la realtà di mister Sarri che dalle panchine di Arezzo o Stia fino a quella azzurra non è mai cambiato, apparendo sempre come il signore della porta accanto che il martedì sera porta suo figlio all’allenamento in tuta e scarpe da ginnastica.
Ma soprattutto, al di là di tutto, ogni tifoso all’ombra del Vesuvio stasera ha diritto di sognare per il cuore, come quello che la gente di Napoli è pronta a donarti in qualsiasi momento camminando tra i suoi vicoli o come i migliaia che stasera al San Paolo creeranno una bolgia nel tentativo di fermare l’“Hala Madrid” iberico che si contrappone all’ “Un giorno all’improvviso” tinto d’azzurro. Non succede che non succede, ma se succede??
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