Perchè la niclosamide potrebbe essere una svolta contro il Covid-19
Utilizzato per la cura delle patologie intestinali legate alla tenia, la niclosamide è un farmaco in grado di bloccare la fusione delle cellule infettate dal Covid-19
Pubblicato sulla rivista scientifica Nature, uno studio firmato da ricercatori del King’s College London, dell’Università degli Studi di Trieste e del Centro di Ingegneria Genetica e Biotecnologie di Trieste (Icgeb) ha portato alla luce il meccanismo che sta alla base della fusione anomala delle cellule infettate dal Covid-19, scoprendo che c’è un farmaco che sarebbe in grado di bloccare questo processo, la niclosamide.
Brevettato negli Anni Settanta e in uso dal 1982 per la cura di patologie intestinali legate alla tenia, la niclosamide è un farmaco che inibendo la produzione della proteina Tmem 16, blocca la replicazione delle cellule infettate da Covid-19 che possono rimanere nell’organismo del malato grave anche a 30-40 giorni dal ricovero in ospedale. Quest’ultimo aspetto spiegherebbe in particolare perchè alcuni pazienti che hanno superato il Coronavirus continuano anche dopo il decorso della malattia ad accusare malesseri di vario tipo.
Ma non è tutto, perchè lo stesso meccanismo che tramite la proteina Tmem 16 porterebbe alla fusione delle cellule infettate, è anche alla base dell’attivazione delle piastrine; potrebbe essere questo dunque il nesso tra le forme gravi di Covid-19 e lo sviluppo di trombosi.
“Sono convinto che il Covid-19 sia una malattia non semplicemente causata dalla distruzione delle cellule infettate dal virus, ma dalla persistenza di queste cellule nell’organismo per lunghi periodi di tempo. La nostra ricerca credo sia importante perchè sposta l’attenzione dal tentativo di bloccare la moltiplicazione delle cellule infettate dal Covid, all’inibire gli effetti dannosi che queste possono causare all’organismo“: così si esprime il Professor Mario Giacca, colui che ha guidato la ricerca sulla niclosamide contro il Covid-19.
Una sperimentazione sul farmaco è stata già avviata in India, dove la niclosamide sarà somministrata a circa 120 pazienti volontari, ricoverati in ospedale con forme gravi di Covid-19.
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