L'”opportunità politica” del reato di clandestinità
La cancellazione del reato di clandestinità mette a dura prova la maggioranza di governo secondo cui sono necessarie “valutazioni di opportunità politica” sul caso. La nuova strategia è legata a doppio nodo alla spiacevole situazione di Colonia e al ddl Cirinnà sulle unioni civili
[ads1] Uno degli argomenti maggiormenti discussi in questi primi giorni del 2016 è quello inerente l’abolizione del “reato di clandestinità” introdotto dalla celebre legge Bossi-Fini del 2002 (legge 30 luglio 2002, n. 189).
Il tema, di per sè complesso data la particolare situazione immigrazione degli ultimi anni, è diventato una vera e propria spina nel fianco della maggioranza di governo per diverse ragioni.
Infatti, nonostante l’approvazione preliminare della Camera sull’argomento lo scorso novembre, il governo sembra aver fatto marcia indietro in quanto sulla materia, a detta di Renzi e del governo, è necessaria una “valutazione di opportunità politica” sull’intero impianto.
Ma cosa si intende veramente per “valutazione di opportunità politica”?
La risposta al quesito è presto individuata in due episodi che metterebbero in ginocchio la maggioranza sia dal punto di vista elettorale che politico.
Il primo elemento in cui è possibile individuare l’ “opportunità politica” è strettamente legato ai tristi fatti di Capodanno a Colonia.
In questo caso, dato il clima incandescente nei confronti degli “immigrati” (soprattutto se siriani a cui è stato concesso asilo politico), Renzi&co. hanno fiutato la possibilità, attraverso la cancellazione del reato di clandestinità, di perdere non solo consenso elettorale (che in vista delle amministrative equivale ad un “harakiri” politico) ma anche quella popolarità faticosamente guadagnata con comparsate televisive e “show partitici” allestiti per le diverse occasioni.
Al dato se ne ricollega un altro ancor più agghiacciante: nel clima politico europeo creatosi (con la chiusura a nuovi profughi di Svezia e Danimarca e l’uscita infelice della Slovacchia), un’azione del genere non permetterebbe all’Italia di accodarsi alla sfilza di Stati che, in tutti i modi, stanno cercando di ridurre (se non eliminare totalmente) gli effetti del Trattato di Schengen.
Il secondo elemento, invece, è totalmente legato alla realtà italiana: in contemporanea con il reato di clandestinità, la maggioranza di governo sta per riaprire il dibattito sul ddl Cirinnà (quello sulle unioni civili) che è fortemente contrastato sia dalle opposizioni cattoliche che dagli alleati (ma anche dagli ex Margherita del Pd) di Ncd.
La diatriba verte sostanzialmente sul punto riguardante la cosiddetta “stepchild adoption”, ossia l’adozione del bambino che vive in una coppia dello stesso sesso ma che è figlio biologico di uno solo dei due, che sta mettendo a dura prova la tenuta del governo.
In una situazione del genere, la nuova “opportunità politica” si presenta nella ridiscussione di tutti i termini dell’azione di governo al fine di arrivare ad una “mediazione finale” (anche se inutile ai fini pratici del provvedimento).
Il 2016 è iniziato solamente da pochi giorni ma le “opportunità politiche” si sono presentate prima del previsto, incidendo in materia sostanziale (come troppo spesso accade) nel nostro ordinamento. [ads2]
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