17 Settembre 2019 - 13:05

PD, Matteo Renzi lascia ufficialmente il partito

Renzi Conte Crisi di Governo

L’ex premier Matteo Renzi ha spiegato il suo strappo con il Partito Democratico in un’intervista. E Zingaretti tenta invano di ricucire il rapporto

Niente da fare. La decisione è presa, è irrevocabile e non sarà sicuramente facile da digerire per il centrosinistra. Matteo Renzi lascia il Partito Democratico per fondare un proprio partito. L’ex premier spiega le ragioni dello strappo con il partito che voleva ripulire, rottamando la Ditta. Secondo lui, infatti, questa scissione non può far altro che bene sia al premier Conte che al suo contraltare Nicola Zingaretti, che sta tentando invano di ricucire un rapporto già rotto da molto tempo.

Sarà un bene per tutti. Probabilmente si allargherà la base del consenso parlamentare, è un miracolo. Abbiamo fatto un capolavoro tattico mettendo in minoranza Salvini con gli strumenti della democrazia parlamentare. Ma il populismo cattivo che esprime non è battuto e va sconfitto nella società. E credo che le liturgie di un PD organizzato scientificamente in correnti e impegnato in una faticosa e autoreferenziale ricerca dell’unità come bene supremo non funzionino più.” ha dichiarato Renzi.

Chi ha tentato di interpretare questo ruolo è stato sconfitto dal fuoco amico. Oggi il PD è un insieme di correnti. E temo che non sarà in grado da solo di rispondere alle aggressioni di Salvini e alla difficile convivenza con i 5 Stelle. Sono cinque anni che mi dite che rovino il PD. Basta con questa tiritera sul passato. C’è un futuro ricco di difficoltà, ma bellissimo, là fuori. Lo andiamo a prendere? Lo costruiamo? O ci limitiamo ad aspettarlo rinchiusi nelle nostre correntine? Diciamo la verità: c’è una corrente culturale nella sinistra italiana per la quale io sono l’intruso.” ha poi concluso.

Zingaretti, intanto, commenta l’addio: “Ci dispiace. Un errore. Ma ora pensiamo al futuro degli italiani, lavoro, ambiente, imprese, scuola, investimenti.