1 Luglio 2015 - 17:06

Predestination, futuro dell’umanità dove sei?

predestination

Predestination rimette in circolo un’estetica del cinema affaticata dalla competizione, trasformando l’occhio saturo in un attento osservatore della comunicazione per immagini

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Predestination è un film che, nel suo intreccio narrativo e formale, porta fino alla fine con l’attesa, fornendo tutte le risposte. Un modo nuovo di affrontare tematiche come esistenzialismo, futuro, identità, origine, attacco terroristico. Predestination è una bella occasione per tornare al cinema inteso come meraviglia.

Tratto dal racconto di fantascienza di Robert A. Heinlein Tutti voi zombie, del 1959, narra la vita di un singolare agente (Ethan Hawke), che deve affrontare una serie di viaggi spazio temporali pensati per garantire l’applicazione della legge per l’eternità.

Al suo ultimo incarico, l’agente è all’inseguimento di un criminale che da sempre continua a sfuggirgli, con l’obiettivo di salvare migliaia di vite messe in pericolo dai piani di questo terribile assassino (il Fizzle Bomber).

Attori straordinari, in particolare Sarah Snook, nel ruolo di Jane & John, in grado di personificare le emozioni che la abitano; e il montaggio, essenza del cinema, che trasforma una storia di fantascienza in un discorso profondo e poetico sulla condizione umana.

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Predestination

Pre-destinato è diverso da destino, perché sono diverse le radici storico-culturali del termine, così come le condizioni interne del percorso. Il predestinato fa parte di un progetto, mistico o reale che sia, ma la sua vita si misura in base ad un’idea originaria, con la quale deve confrontarsi sempre e senza via di scampo.

Se il destino è volontà superiore, il predestinato viene invece assorbito dall’esigenza della progettualità, e la sua esistenza si struttura in un’unica direzione, quella verso la quale si realizza il suo senso sul mondo.

Predestination avvolge questa tematica così controversa e affascinante con una meticolosa costruzione della composizione visiva, trasformando il tema in film.

Quando le immagini hanno il potere di comunicare l’interiorità del significato extra-diegetico, siamo nel pieno del cinema, che (ri)allena l’occhio allo sguardo cinematografico, fatto di collegamenti psico-fisici, motori a volte, quando la suspense riesce a trattenere un corpo disabituato all’attesa della fine dell’opera.

Un intreccio con cui porsi continue domande e, tra le confessioni da Kammerspiel tra Jane e The Barkeep e passaggi nel spazio-temporali, si racconta il disperato bisogno di modificare l’ordine naturale delle logiche nel mondo e del futuro dell’umanità. Una delicata analisi dell’onda terroristica, con la quale l’uomo esprime la presunzione d’influenzare la Storia con atti radicali.

E poi, un discorso nuovo, stupendo sull’idea di Persona. 

Essere una donna, non riconoscersi, non apprezzarsi, non accettare passato presente e futuro della propria vita. Non avere uno scopo, non sapersi inventare, ma annullare continuamente la proiezione di se stessi verso l’altro. L’amore, l’unico momento collettivo condiviso, e poi la sofferenza e la delusione, la voglia di vendetta, di avere una nuova possibilità.

Sintesi di corpi predestinati, che si amano e odiano.

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Predestination

La sperimentazione di una nuova entità, il passaggio dalle ovaie al testosterone, porta al centro l’idea di persona come gender non predefinito e tutto da costruire, che si adatta alla sua natura per sopravvivere alle dinamiche sociali.

Il passaggio come sinonimo di convivenza di opposti, di ibrido, governato dallo stesso desiderio: avere un’altra possibilità nella vita.

Sarà che i registi sono due gemelli, per avere una grande sensibilità sul discorso dell’osmosi di due organismi viventi, che s’interfacciano tra loro.

Quando i due protagonisti della storia ritornano nel passato per riscriversi la vita addosso, tutto rimane come è stato, tutto accade come già predestinato. Cambia però l’idea di sé: ci s’innamora di quello che si era, ci si conosce meglio, ci si emoziona nello scoprirsi Persone, ci si guarda finalmente allo specchio.

Nel cambiamento, rimane la nostalgia di se stessi e, nella nuova vita, si fa tutto seguendo un ricordo atavico del percorso compiuto; lontano dal corpo trasformato, dentro la memoria.

Fonte www.35mm.it 

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