Sex education 3: Maeve e Otis finalmente insieme? La recensione
Sex Education 3: tra new entry e colpi di scena, si mantiene alta l’asticella. La recensione
Dopo oltre un anno di attesa, ritornano i liceali più sessualmente attivi di sempre, con gli adulti non da meno al seguito. Parliamo di Sex Education, la serie tv targata Netflix tra le più esplicite ed esilaranti della piattaforma streaming. Con un tripudio di comicità, sentimentalismo, e la giusta dose di cinismo inglese, la terza stagione di Sex Education rientra tra i capolavori Netflix di questo autunno. Ma procediamo con ordine.
Dove eravamo rimasti?
Ci avevano lasciati con l’amaro in bocca alla fine della seconda stagione. Le strade dei due protagonisti Otis e Maeve sembravano essersi definitivamente divise. Jean aveva scoperto di essere incinta di Jakob, Eric e Adam si erano finalmente dichiarati, mentre Aimee aveva finalmente trovato il coraggio di denunciare una molestia. Il tutto contornato da un musical finale incentrato su… indovinate un po’? Il sesso in tutte le sue forme e rappresentazioni.
Si ritorna a scuola
La terza stagione riparte con l’inizio dell’ultimo anno di scuola. I cambiamenti a cui assistiamo già dalla prima puntata sono tanti, a partire dagli orribili baffetti a mo’ di furetto che Otis ha lasciato crescere sul volto. Maeve è invece sempre di più vicina ad Isaac, ignorando il fatto che sia stato proprio lui ad aver rovinato il suo rapporto con Otis. Jean porta avanti la sua gravidanza, non riuscendo a decidere se rivelarla o meno a Jakob.
In più abbiamo Eric ed Adam che, dopo tante sofferenze, riescono finalmente a stare insieme. Aimee invece sembra non riuscire ad accettare più se stessa, nè la sua relazione, colpa probabilmente della ferita rimasta aperta dopo la molestia subita nella stagione precedente.
Il tutto appesantito dalla nuova antagonista della serie: la preside Hope, una giovane donna, brillante e spietata, determinata a portare un po’ di “sana educazione sessuale, reprimendo gli istinti più sordidi e malsani“. Tradotto: “Mi impegnerò a far sì che in questa scuola tornino il rigore ed il senso del pudore degli anni ’50“. Insomma, dei particolari baffetti le si addirebbero di più rispetto ad Otis.
Il sesso sempre protagonista
Un bel po’ di problemi dunque, sia di matrice adolescenziale che adulta, scanditi da gag divertentissime sul sesso e sull’amore. Del resto, è quello che Sex Education si ripropone di fare, e lo fa sempre meglio: affrontare i problemi legati al sesso e non solo con un’ottica fortemente ironica, ma altrettanto realistica.
Dalle molestie sessuali ai problemi di droga, dalla difficoltà degli adolescenti a trovare un’identità sessuale al discorso della meritocrazia, la serie plana con apparente leggerezza su tematiche fortemente attuali e, ahimè, ancora irrisolte. A tratti grottesca e demenziale, Sex Education non manca però di toni drammatici, soprattutto negli episodi finali.
La novità della terza stagione risiede però nell’approfondimento psicologico e narrativo dei personaggi: in soli 8 episodi la storia di ognuno, anche se apparentemente marginale, avrà il suo rilievo nell’intero tessuto della storia. Tale scelta rende empatico lo spettatore: ognuno di noi potrebbe tranquillamente immedesimarsi in uno o più personaggi della serie; Sex Education abbraccia le differenza più disparate, portando avanti un credo mai quanto ora attuale: il mondo è bello perché è vario.
Maeve e Otis: il cliché più amato
Ammettiamolo, l’unica vera relazione che ci ha fatto attendere con così tanta impazienza è quella tra Maeve e Otis. La coppia predestinata che non sa mai dove va a parare è il cliché più vecchio e amato di sempre. La ragione? L’indefinito rende il tutto reale ed umano. La porta socchiusa, l’amore irrisolto, mai dichiarato, sofferto, è quello che di più comune esiste nelle relazioni vere, e ci dona sempre speranza di felicità.
Sex Education ci ricorda semplicemente che in amore (e nel sesso) tutto è possibile. Non importa cosa ti piaccia a letto, a quale genere (o non) tu appartenga: con la persona giusta accanto, la vita, con problemi annessi, non sembrerà poi così male.
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