31 Gennaio 2017 - 12:10

Traffico internazionale di armi, fermati tre italiani e un libico

traffico internazionale di armi

Si allarga ancora l’inchiesta sul traffico internazionale di armi che vede al centro del sistema una società di Roma. La Dda di Napoli ha emesso ordinanze di arresto per tre italiani e un libico

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Il Nucleo Polizia tributaria della Guardia di Finanza di Venezia sta eseguendo, in queste ore, l’ordinanza di arresto per traffico internazionale di armi a carico di tre cittadini italiani e uno di nazionalità libica. Questi fermi arrivano al termine di un’inchiesta, iniziata nel 2011,relativa alla compravendita di eliambulanze, che venivano smerciate tra l’Iran e la Libia, e li trasformate in elicotteri da guerra.

L’inchiesta

In violazione dell’embargo internazionale, poi, i 4 fermati facevano arrivare nei due paesi coinvolti armi come missili terra-aria, anticarro e fucili d’assalto, tutti prodotti in paesi dell’ex blocco sovietico. Al centro di questo “sistema” c’era un’azienda con sede nella Capitale, la Società Italiana Elicotteri, il cui rappresentante legale, Andrea Pardi, era già imputato in un’altra inchiesta che, oltre al traffico internazionale di armi, vedeva tra i reati contestati anche quello di reclutamento di mercenari tra Italia e Somalia.

Secondo quanto emerso dall’inchiesta, la Società Italiana Elicotteri aveva creato un collegamento con una società di Panama con lo scopo di vendere pezzi di ricambio per elicotteri, dal momento che a Panama l’embargo non è valido.

Oltre a Pardi, gli altri due italiani fermati sono Mario Di Leva, che si era convertito all’Islam con il nome di Jaafar, e Annamaria Fontana, una coppia residente a San Giorgio a Cremano. Per i due l’accusa è di traffico internazionale di armi, le stesse che poi erano destinate ad un gruppo dell’Isis attivo in Libia e all’Iran. Secondo gli inquirenti i coniugi Di Leva erano legati al Presidente iraniano Ahmadinejad, con il quale sarebbero stati immortalati in una fotografia, 

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