Allied-Un’ombra nascosta. La recensione di ZON.it
Allied-Un’ombra nascosta è l’ultimo film del regista premio Oscar Robert Zemeckis che realizza una spy story ad alto concentrato di tensione
Ennesima prova eccellente per il regista Robert Zemeckis (Ritorno al futuro; Forrest Gump) che firma, sebbene non un capolavoro, un’opera dove sospetto e amore si fondono continuamente e lottano tra loro prevalendo, a intervalli, l’uno sull’altro.
La trama
Max Vatan (Brad Pitt), pilota e spia canadese, e Marianne Beauséjour (Marion Cotillard), agente della resistenza francese, sono in missione a Casablanca durante la Seconda guerra mondiale per ordire un attentato nei confronti di un ambasciatore nazista. I due non si conoscono e devono fingersi marito e moglie affinché la missione riesca con successo. Il loro lavoro sarà la causa scatenante dell’amore tra i due ma, allo stesso tempo, dei numerosi sospetti che Max inizierà a nutrire nei confronti di Marianne e del suo vero incarico.
Amore e sospetto
In quest’ottica Allied, riesce a mettere insieme ritmo blando e tensione misurata, cosa che pochi registi riescono a fare. La sceneggiatura di Steven Knight dà buoni risultati a livello di scrittura in un film che, tuttavia, vede predominare, giustamente, le atmosfere e le circostanze. Casablanca, ammantata dalla affascinante atmosfera anni ’40, è perfetta per mettere alla prova il finto matrimonio tra Max e Marianne perché qui, più che in altre parti del mondo, un buon rapporto coniugale deve essere credibile agli occhi dei concittadini e mostrarsi in modo più o meno plateale per non dare adito a qualsivoglia sospetto.
La pellicola può essere divisa in due parti. La prima vede il finto e felice matrimonio, talmente ben preparato da non suscitare sospetto alcuno. La seconda parte, invece, concerne il vero matrimonio, con vero amore. È proprio in questo momento che, paradossalmente, la coppia viene giudicata falsa. Si tratta, ovviamente, di un concetto espresso per grandi linee che in parte banalizza l’accurato intreccio creato dal regista ma in generale è questo quello che emerge.
Il cast
Marion e Brad sono abbastanza in sintonia nei panni dei rispettivi personaggi, pur mostrando emotività opposte. Marion è brillante sia nella veste di spia, con ciò che comporta, sia in quella di brava moglie/madre ed appare visibilmente ansiosa e preoccupata nei momenti giusti. Sottotono invece la prova di Brad Pitt che si limita a presentare, senza picchi, un personaggio prevalentemente cupo e attanagliato dai sospetti che il suo lavoro gli impone di avere costantemente.
Si rimane impressionati da come Zemeckis sia riuscito a creare una tensione palpabile in sala attraverso scene e situazioni che risulterebbero banali se raccontate a qualcuno che non ha assistito alla visione del film. Apprezzabili alcune scene in profondità di campo che ampliano lo sguardo dello spettatore a cui è consentito curiosare alle spalle dei protagonisti e magari cercare qualcosa che possa far muovere un ulteriore passo verso la verità.
Verità e menzogna si fondono continuamente in questa pellicola. Sono i due fattori che tengono incollati allo schermo il pubblico. Forse manca il salto emotivo definitivo a questo film che comunque svolge egregiamente il suo lavoro nel creare interesse in chi guarda, che è la cosa più importante.
Allied è un lavoro accurato, senza sbavature nella trama, che riesce ad esprimere il messaggio voluto. Pur senza strabiliare, Robert Zemeckis, anche questa volta, ha fatto centro.
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