3 Agosto 2018 - 15:47

Governo: Lorenzo Fontana, la legge Mancino e il razzismo represso

Lorenzo fontana bonus bebè

Il ministro di Disabilità e Famiglia Lorenzo Fontana vuole abrogare la legge Mancino. Ma Salvini, per ora, gli risponde picche

La parte più “reazionaria” del Governo ha espresso la sua opinione. Il ministro della Famiglia, il leghista Lorenzo Fontana, ha deciso di esternare contro la legge Mancino. Tramite un post su Facebook, il già discusso ministro di Disabilità e Famiglia ha dichiarato la sua volontà di abrogare la legge.

Abroghiamo la legge Mancino, che in questi anni strani si è trasformata in una sponda normativa usata dai globalisti per ammantare di antifascismo il loro razzismo anti-italiano. I burattinai della retorica del pensiero unico se ne facciano una ragione: il loro grande inganno è stato svelato.” ha scritto Lorenzo Fontana.

Detto già della solita vena “complottista” che attanaglia il Governo da quando Lega e 5 Stelle sono alla guida, sorprende come Matteo Salvini cambi rapidamente idea. Inizialmente, il ministro dell’Interno si è dichiarato d’accordo con l’intento (palesemente reazionario) del già discusso ministro. Salvo poi fare dietrofront, e dichiarare: “Non è una priorità del Governo.

Pochi secondi dopo, inoltre, è arrivato anche lo stop dell’altro vicepremier, Luigi Di Maio: “La legge Mancino rimanga dov’è.

La replica del PD non è tardata ad arrivare. Andrea Marcucci, senatore, ha scritto su Twitter: “È un governo sempre più nero. Il Ministro della famiglia (sic) Fontana ora propone di abolire la legge Mancino che vieta l’apologia di fascismo. La cosa grave è che non si tratta di un colpo di sole di un ministro un po’ strambo.

Anche Roberto Speranza chiede le dimissioni del ministro: “Inaccettabili le parole del ministro sull’abolizione della legge Mancino. L’Italia è una repubblica democratica antifascista e antirazzista. Chi non lo ricorda non è degno di fare il Ministro. #Fontanadimettiti.

Altri messaggi sono arrivati direttamente dalla comunità ebraica italiana. Insomma, il ministro continua a far parlare di sé. E non in maniera positiva, questo è certo.

 

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