9 Marzo 2019 - 09:37

Mulan: il coraggio di darci un taglio

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36° lungometraggio Classico Disney, Mulan è un film del 1998 che riscopre la leggenda di Hua Mulan, un’eroina cinese che si infiltrò nell’esercito maschile in una guerra contro gli unni. Il cartone animato è uno dei più maturi di sempre della Disney

La ballata di Mulan è un poema cinese che oggi è impossibile avere tra le mani. Eppure, la leggenda dell’eroina Hua Mulan è nota a gran parte dei medio-giovani di oggi, che, nel 1998, erano della generazione “pane e Disney”.

Ereditario del Rinascimento Disney fin dalla nascita, Mulan è un 36° Classico Disney, datato 1998, che ripercorre la leggenda di una figura femminile che sovvertì la propria famiglia e il proprio esercito per salvare la Cina.

Dall’antica Cina al grande schermo, passando per un po’ di CGI

La Disney realizza uno dei suoi film più maturi di sempre e plasma il suo primo vero e proprio eroe. Se personaggi come Aladdin o Simba compivano il famoso viaggio dell’eroe, in Mulan la crescita non risiede più di tanto nel protagonista, bensì nelle persone che la circondando che cambieranno opinione su di lei.

Mulan ha, come tutte le donne del VI secolo in Cina, un destino già scritto. I doveri ai quali deve assolvere sono la cura del proprio aspetto e del proprio garbo. Il tutto per classificarsi come donna che porti onore al futuro sposo e alla propria famiglia. Ma Mulan, fin dall’introduzione, ci fa capire di essere e volere ben molto di più.

Il proprio destino infatti subirà il più grande cambiamento che potesse arrivare quando la guerra con gli unni diverrà di dominio pubblico. I padri famiglia di ogni casata saranno dunque chiamati a combattere, così come Fa Zhou, padre di Mulan, logorato dall’età e da tanti anni di servizio per la nazione.

Mulan dunque darà un taglio netto alla figura femminile e ai suoi capelli per infiltrarsi nell’esercito, per combattere gli unni e difendere la Cina. La Disney, su suggerimento di Roy Disney, fratello di Walt Disney, come suo solito, inserisce l’antropologica figura degli animali, affiancando alla Mulan protagonista due spalle comiche. Uno è Cri-Cri, grillo portafortuna, l’altro è Mushu, drago tanto euforico quanto innocuo.

Sfruttati come personaggi fantasiosi e quasi fuori contesto, sembrano riprendere il concetto di “spalla” già visto ne Il Gobbo di Notre Dame dove i gargoyle avevano interazione meramente col protagonista Quasimodo. Questi, in ogni caso, fungono da alleggerimento all’interno di una pellicola che ha decisamente più momenti drammatici che comici. Questo rende Mulan uno dei film Disney più maturi di sempre.

Uno spartiacque sulle discriminazione sessuali

L’animazione si presta alla cultura cinese grazie a un design molto esemplificativo ma del tutto efficace. Anche in questo caso il comparto musicale non delude, con canzoni iconiche quali Farò di te un uomo che funge da deus ex machina all’interno della narrazione.

Se oggi abbiamo tante pellicole con protagoniste femminile che ribaltano la loro posizione all’interno della società, il merito è anche di film come Mulan. La Disney abbandona la fabula per dedicarsi al mito e alla leggenda, un esperimento già pienamente funzionante visto con Hercules recentemente.

Alla fine, ancora una volta, la Disney demarca l’enorme qualità artistica mostrata nel suo Rinascimento. Con Mulan, lo studio d’animazione più famoso al mondo ispira e insegna nuovamente il modo di fare il cartone animato in tutto il mondo. E come già visto in La Bella e la Bestia e Il Re Leone, alcune scene vengono arricchite dall’ausilio della CGI, come la scena degli unni che scendono dai pendii innevati o dai cittadini che si inchinano dinanzi a Mulan nel gran finale.

Mulan è uno dei film Disney più maturi mai realizzati. Un taglio netto al cammino dell’eroe, portando sul grande schermo una leggenda cinese, entrando nuovamente in un mondo culturale, rendendo la donna protagonista, insieme alla sua forza di volontà e al suo coraggio.