6 Novembre 2020 - 12:13

Zona rossa: i 21 parametri che determinano il destino di una regione

Sono 21 i parametri che determinano se una regione è zona rossa, arancione o gialla. L’indice Rt resta quello più importante

Primo giorno dell’Italia divisa in colori: rosso, arancione e giallo. Le regioni finite in lockdown sono Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta e Calabria decretate zona rossa dal nuovo Dpcm. Per Puglia e Sicilia è toccato invece il colore arancione che segna un lockdown più morbido in cui è possibile ancora uscire di casa. Le restanti regioni italiane restano zona gialla dove non è presente un lockdown ma le restrizioni che ci hanno accompagnato nel mese di Ottobre.

Ma quali sono i fattori che hanno decretato le divisione dell’Italia in questo modo? 21 parametri, come ha più volte detto il premier Conte, definiscono se una regione ma anche un comune sono zona rossa, arancio o gialla. È molto più facile entrare nella zona rossa che uscirne.

Vediamo insieme tutti gli indicatori. È importante ricordare che questi parametri esistono già dalla primavera scorsa, in particolare risalgono al decreto di Aprile. Alcuni sono facoltativi e questo rende il dato meno omogeneo, anche per questo ci sono contestazioni da parte delle regioni, alcune delle quali hanno mandato dati parziali e non in modo continuativo.

I Casi

Per questa categoria casi di contagi rientrano ben quattro parametri che determinano la pericolosità della circolazione del virus.

1)Il primo indicatore è il rapporto fra il numero di casi sintomatici notificati per mese, con l’indicazione della data di inizio, e il totale di casi sintomatici notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo.

2) Il secondo è ancora un rapporto, ma questa volta fra il numero di casi, per mese, con ricovero in ospedale, esclusa la terapia intensiva, e il totale nello stesso periodo.

3) Il terzo parametro fa lo stesso rapporto con i casi finiti in terapia intensiva.

4) Il quarto parametro mette a confronto i casi per comune di domicilio o residenza rispetto al totale.

RSA

Le RSA sono le strutture più colpite durante la prima ondata di lockdown e sono quelle da tutelare al massimo in questa seconda ondata. Per questo due parametri sono dedicati alle residenze per anziani.

5) Numero di checklist somministrate settimanalmente a strutture residenziali sociosanitarie

6) Numero di strutture residenziali sociosanitarie rispondenti alla checklist settimanalmente con almeno una criticità riscontrata.

Tamponi

Il settimo parametro riguarda gli ormai conosciuti tamponi. In particolare, l’importanza della percentuale di tamponi positivi escludendo le attività di screening e il re-testing degli stessi soggetti.

Tempi

I tempi di diagnosi, di guarigione, delle strutture sanitarie di ogni territorio risultano essere di primaria importanza nella decisione di decretare una regione zona rossa, arancio o gialla. Sono due i parametri importanti:

8) Tempo tra data inizio sintomi e data di diagnosi.

9) Tempo tra data inizio sintomi e data di isolamento (opzionale).

Monitoraggio

Altri due parametri sono destinati alla validità delle operazioni di monitoraggio di ogni territorio. In particolare risulta importante calcolare quante persone sono impiegate alla tracciabilità dei contagi.

10) Numero, tipologia di figure professionali e tempo/persona dedicate in ciascun servizio territoriale al contact-tracìng.

11) Numero, tipologia di figure professionali e tempo/persona dedicate in ciascun servizio territoriale alle attività di prelievo/invio ai laboratori di riferimento e monitoraggio dei contatti stretti e dei casi posti rispettivamente in quarantena e isolamento.

Casi confermati

Sono ben sette i parametri dedicati ai casi confermati. Vediamoli nel dettaglio.

12) Numero di casi confermati di infezione nella regione per cui sia stata effettuata una regolare indagine epidemiologica con ricerca dei contatti stretti/totale di nuovi casi di infezione confermati.

13) Numero di casi riportati alla Protezione civile negli ultimi 14 giorni.

14) Rt, indice di trasmissione del virus, calcolato sulla base della sorveglianza integrata ISS (si utilizzano due indicatori, basati su data inizio sintomi e data di ospedalizzazione).

15) Numero di casi riportati alla sorveglianza sentinella Covid-net per settimana.

16) Numero di casi per data diagnosi e per data inizio sintomi riportati alla sorveglianza integrata Covid-19 per giorno.

17) Numero di nuovi focolai di trasmissione. Si segnalano due o più casi epidemiologicamente collegati tra loro o un aumento inatteso nel numero di casi in un tempo e luogo definito.

18) Numero di nuovi casi di infezione confermata da SARS-CoV-2 per Regione non associati a catene di trasmissione note.

Ospedali

Gli ultimi tre parametri sono dedicati agli ospedali e all’occupazione dei posti letto. Questi sono i parametri più importanti che determinano la gravita della situazione del sistema sanitario di ogni regione.

19) Numero di accessi al Pronto Soccorso con classificazione ICD-9 compatibile con quadri sindromici riconducibili a Covid-19 (opzionale).

20) Tasso di occupazione dei posti letto totali di Terapia Intensiva (codice 49) per pazienti Covid-19.

21) Tasso di occupazione dei posti letto totali di Area Medica per pazienti COVID-19.

Calabria zona rossa, Sicilia arancione, Campania gialla

Subito dopo la diretta di Conte sono sorte questioni e polemiche da tutti i governatori regionali non soddisfatti del colore attribuito alla propria regione. In particolare è il Sud Italia a insorgere: con la Calabria zona rossa, la Sicilia e la Puglia arancione e la Campania rimasta sorprendentemente gialla, sono sorte polemiche di ogni tipo.

Ma perché il governo ha suddiviso in questo modo? La Campania è la terza regione italiana per numero di contagi ma nonostante è zona gialla. Innanzitutto c’è da sottolineare che la divisione in zone si basa sul monitoraggio dell’Iss fatto nella settimana che va dal 19 al 25 ottobre.

I numeri

Uno dei dati che pone in luce la diversità della Sicilia nei confronti della Campania è l’attività di screening effettuata dai territori. Nella settimana presa in analisi la Sicilia ha processato 43.630 tamponi, mentre la Campania ha fatto quasi il doppio, con 81.321 (mentre la Puglia, posizionata al pari della Sicilia in zona arancione si attesta a 31.747 test). L’isola ha dunque fatto 37.691 meno della Campania in una settimana (12.376 in meno, in media, al giorno) e (5.384 in meno, in media, al giorno), a fronte di una popolazione più numerosa. La Campania conta circa 850mila persone in più, tutte e tre oscillano su una cifra che sfiora e supera i 5 milioni di abitanti. Dunque, anche se il fattore Rt – l’indice di contagio – in Sicilia più basso, è stata l’inferiore capacità di monitorare i contagi a pesare nella scelta del governo.

Un ruolo hanno giocato anche i numeri della terapia intensiva. Lo scorso 21 ottobre Nicola Zingaretti firma un’ordinanza per l’incremento dei posti letto, per raggiungere la soglia di 552 posti Covid in terapia intensiva e sub intensiva. In Campania al 25 ottobre ne risultano 320 tra attivati e attivabili. La cifra dei posti letto di terapia intensiva in Sicilia è invece difficile da reperire con precisione. Bisogna chiamare ogni azienda ospedaliera provinciale per sapere il numero esatto, alla fine risultano circa 245 posti di terapia intensiva già attivati (Enna non ne ha nessuno e Palermo dà un dato che oscilla tra 80 e 100). Mentre da giorni indicano la vera criticità per l’attivazione: gli anestesisti. Non c’è personale a sufficienza per attivare i posti, un problema che riguarda tutto il Paese.

Insomma per il momento e per le prossime settimane questi saranno i colori delle regioni ma come già anticipato da Conte i colori potrebbero cambiare e la zona rossa potrebbe crescere in base ai numeri che si registreranno nelle singole regioni.