Perché “Biancaneve e i Sette Nani” è il film d’animazione più importante di sempre?
Biancaneve e i Sette Nani (Snow White and the Seven Dwarfs) è il primo lungometraggio animato, datato 1937. La realizzazione, travagliata e determinata da parte di Walt Disney ha dato vita a una branca della Settima Arte: il cinema animato
In rubriche precedenti, abbiamo parlato di case di produzione cinematografica nel genere animato. Affacciandosi al contemporaneo, abbiamo la Pixar Animation Studios, una casa che si è contraddistinta per l’intensità e la maturità delle sue pellicole, diventando la prima a realizzare lungometraggi con la computer grafica.
Abbiamo parlato anche della Dreamworks Animation SKG, una produzione nata a seguito di molteplici vicissitudini proprio all’interno del mercato del cinema animato. La Dreamworks si è dimostrata essere una casa eccessivamente favorevole alle produzioni commerciali e ripetitive, ma con pellicole come Il Principe d’Egitto, Shrek o Dragon Trainer ha anch’essa ritagliato uno spazio nella storia dell’animazione.
Restando sempre sul fronte occidentale – di quello orientale ne parleremo in futuro – dobbiamo ulteriormente scovare nelle pagine di storia, fino a risalire alla prima parte dello scorso secolo.
Nel 1937 veniva proiettato il primo lungometraggio in formula cel-animation: Biancaneve e i Sette Nani (titolo originale Snow White and the Seven Dwarfs).
Walt Disney non ha diretto questo film. Il proprietario dello studio iniziò la regia del lungometraggio, ma l’abbandonò dopo le prime deludenti bozze. Walt Disney si autoescluse dalla regia e supervisionò il lavoro, diventando solo il produttore. La regia del film fu affidata a ben 7 esperti dell’animazione.
Il primo di una lunga serie di successi, anzi classici
Biancaneve è il film animato più importante della storia del cinema. Perché? Semplicemente perché è stato il primo? No, non c’è solo la determinazione di Walt Disney nel realizzare quella che negli anni ’30 veniva considerata la Follia Disney. Ma anche la storia che si cela dietro il fatidico morso di quella mela.
La fiaba è pressoché la stessa di quella scritta dai fratelli Grimm nel 1812. Le fiabe dei due celebri fratelli sono sempre state il ricordo d’infanzia più caro dell’immortale Walt Disney. Oggi i classici Disney rappresentano l’infanzia di tutti noi.
Il successo di Biancaneve infatti fece accrescere i consensi nei confronti di Walt Disney che, grazie alla creazione dei suoi studi, iniziò il suo impero didattico e d’intrattenimento nel campo animato, sfornando quelli che oggi conosciamo come I Grandi Classici Disney. Storie che hanno segnato l’immaginario collettivo delle ultime generazioni, rivoluzionando il mondo cinematografico e influenzando i sogni di ogni bambino.
Ma l’animazione non è un campo futile? Una domanda già ingiustificata e frequente quest’oggi, ma con potente disillusione di fronte l’uomo dei cartoni, che sognava, all’epoca, un mondo in cui il cinema calcava nuovi orizzonti. Il campo animato poteva essere uno dei migliori panorami.
La “Follia Disney” che divenne il “miglior” incasso di sempre
Walt Disney compì una pazzia, non dette retta a nessuno e sperimentò, studiò, provò, fin quando l’opera non risultò come fortemente la desiderava. Biancaneve e i Sette Nani ha richiesto la bellezza di 3 anni per essere terminato.
Già questo basterebbe a sentenziare e lodare la caparbietà di animatori, sceneggiatori e illustratori nel realizzare quello che all’epoca veniva definito un film animato sperimentale. Quell’esperimento diede vita a un genere che oggi si impone come uno dei migliori sia per la qualità delle sue pellicole che per gli incassi.
Quella follia andò a sforare il milione in fatto di costi di produzione. Si vocifera che Walt Disney dovette persino ipotecare la sua dimora! Ma, dopo appena 6 mesi la prima visione, Biancaneve aveva già ripagato tutti i prestiti con le banche che avevano visto in Disney quel qualcosa di nuovo e rivoluzionario. Biancaneve e i Sette Nani compì un record di permanenza nelle sale, arrivando persino a 5 settimane di proiezioni (all’epoca il massimo era 3 settimane), realizzando un guadagno di 8 milioni di dollari.
Ancor più strabiliante questo risultato se paragonato ai prezzi dei biglietti che vigevano in quell’epoca. Per assistere alla proiezione di un film come Via col Vento il prezzo si aggirava ai 2,50 dollari, mentre per Biancaneve il prezzo fu fissato tra i 10 e 20 centesimi di dollaro!
Se contassimo le persone che hanno visto il primo dei classici Disney, forse nessun altro film lo riuscirebbe a superare.
Uno dei primi a lodare il lavoro di Walt e a credere fortemente nella realizzazione di Biancaneve fu Charlie Chaplin che aiutò Disney a ottenere finanziamenti fondamentali per la realizzazione del suo lungometraggio.
La lunga produzione e l’identità di Disney nella Disney
Rendere appetibile la storia di Biancaneve al pubblico non fu certo facile. “Il pubblico riuscirà a vedere un cartone animato di un’ora e mezzo?”, questa e tante altre domande tormentarono Disney negli anni di produzione del capolavoro.
Questo è solo un banale esempio per riportare l’essere pignolo e certosino di un personaggio del calibro di Walt Disney. In 3 anni di produzione ogni disegno, ogni movimento, ogni sguardo fu visto e rivisto in continuazione.
Disney, si narra, era un capo severo e spesso anche insopportabile, ma il risultato dei suoi lungometraggi ne dimostra l’amore e tutta quella che è l’essenza di un uomo all’interno della sua casa di produzione.
La Walt Disney Studios diventava pian piano un’accademia. Un luogo dove formare le giovani menti (lo stesso Walt aveva 33 anni all’uscita di Biancaneve) nel campo dell’animazione e nella cultura cinematografica.
Walt e i suoi colleghi ogni sera fittavano un piccolo teatro nei pressi di Hollywood per studiare le pellicole che a quei tempi popolavano il mondo della Settima Arte, che come sappiamo, era in evidente espansione, sia per la crescita tecnologica che per gli spunti narrativi.
Walt Disney si ispirò all’atmosfera sinistra di Nosferatu che, grazie all’espressionismo tedesco, rendeva la Regina Cattiva un’antagonista credibile e allo stesso tempo spaventoso e malvagio.
Anche la scelta dei nomi dei 7 Nani non fu facile, immaginatevi che al posto dei già noti la casa di Disney avesse scelto nomi come Ansimante, Buffolo, Pelatino o Tenerello.
Alla fine Disney optò per nomi che coincidessero con l’identità dei nani stessi. Inoltre, per Cucciolo nessuna voce gradiva i padiglioni di Walt che così decise di non dare la voce al personaggio.
Alla fine, quel sogno si trasformò in realtà. Così come per il magnate dell’animazione, così per i personaggi che per sempre porteranno dietro il logo Disney.
Musica e Recitazione, una Storia Parallela
La fiaba di Biancaneve si contraddistingue anche per la capacità tecnica di alternare le canzoni ai movimenti dei personaggi.
Musica e recitazione hanno una loro storia che procede in parallelo l’una con l’altra, un tratto che identificherà i lungometraggi Disney negli anni a venire. Fino ad arrivare ai giorni nostri.
La colonna sonora di Biancaneve infatti fu candidata agli Oscar del 1938. Dopodiché, Walt Disney ricevette un Oscar per il merito. Una statuetta grande accompagnata a sette in miniatura, richiamando la statura dei sette nani.
Biancaneve è una storia di speranza, di vita che supera la morte.
La stessa che potremmo accomunare al destino artistico di Walt Disney che sfidò tutti, persino se stesso, per realizzare ciò che ancora non è stato neppure pensato.
Biancaneve è il film più importante nella storia del cinema animato perché ha creato il cinema animato stesso.
La Disney superò il mito di Topolino. Personaggio di successo ma per Walt non era ancora il tempo di dilungarlo in un lungometraggio né tantomeno di colorarlo. Lo studio aveva avuto il successo di cortometraggi basati su sinfonie come I Tre Porcellini, ma Disney voleva qualcosa di nuovo.
Quel qualcosa non era Biancaneve in quanto personaggio, ma la prova che l’animazione era pronta per scrivere, disegnare, colorare e far muovere la sua storia nel mondo del cinema.
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