4 Aprile 2022 - 11:22

La Russia potrebbe interrompere la fornitura di gas per l’Italia

L'alternativa valida rispetto ad una possibile interruzione di fornitura di gas dalla Russia sarebbe solo quella dell'energia rinnovabile

gas russo

Esperti e dirigenti della classe politica si apprestano a valutare le possibili conseguenze di un interruzione della fornitura di gas dalla Russia in seguito alla nuova decisione di Putin, che con un decreto ha stabilito che chiunque voglia acquistare gas dalla Russia dovrà farlo in rubli.

Gli scenari rispetto ad una parziale o totale interruzione di fornitura di gas dalla Russia in termini di nuovo approvvigionamento di risorse energetiche, potrebbe essere quello di ricorrere all’energia atomica o alle rinnovabili.

Tuttavia, da alcune analisi effettuate in tal senso, l’ipotesi di poter ricorrere all’energia nucleare potrebbe essere considerato alla pari di un tentativo di disinformazione da parte di alcuni partiti politici e la possibilità di non affrontare il problema individuando le giuste soluzioni. Il perchè è presto detto. Per la realizzazione di un nuovo reattore nucleare sono necessari oggigiorno dei finanziamenti molto elevati per la loro installazione e tempi di attesa che variano dai 14 ai 15 anni. Nulla di plausibile rispetto ad una concreta ed imminente esigenza di nuove energie.

Si è inoltre pensato alla possibilità di realizzare dei piccoli reattori nucleari, che a parità di efficienza potrebbero rappresentare un rischio minore, ma per i quali purtroppo ci vorranno ancora degli anni prima di vederli in funzione: 2030 per la loro prima realizzazione per poi attendere l’approvazione e l’utilizzo tramite un referendum popolare e l’individuazione di siti in cui verrebbero progettati.

Pensare invece alle energie rinnovabili come possibile risorsa energetica per sopperire ai tagli del gas da parte del Cremlino verso i governi “ostili” alle sue prese di posizione, potrebbe rappresentare secondo gli esperti, l’unica soluzione valida. Una transizione ecologica tanto attesa quanto necessaria.

Sebbene per il 2030 il passaggio dall’attuale 32% al 72% di energia rinnovabile sia obbligatorio, non sembra che il nostro paese sia pronto a questo cambiamento. L’Italia è ferma al 2014, periodo in cui sono state sì agevolate le autorizzazioni per la realizzazione di piccoli impianti di energia rinnovabile , ma quelle necessarie per le grandi aziende e i grandi impianti sono ancora tutt’ora bloccate.

Il rinnovabile, che sia sotto forma di energia solare e fotovoltaico, eolico, autoconsumo o biometano consentirebbe la svolta a grandi aziende che potrebbero risparmiare di gran lunga sulle bollette. Confindustria ha persino promesso la produzione di 60 mila megawatt contro i 1000 megawatt all’anno attuali. Mentre nel privato valida alternativa è l’autoconsumo nelle singole case, dove si potrebbe passare dai fornelli all’induzione, dal gas delle caldaie alle pompe di calore.