23 Settembre 2021 - 11:28

Sensi-Inter, storia di un amore pieno di infortuni

Sensi

Ripercorriamo insieme le tappe di Stefano Sensi in questi due anni all’Inter, in cui il fantasista nerazzurro ha subito tantissimi stop

Un genio fin troppo cristallino. Così possiamo riassumere l’avventura di Stefano Sensi in maglia nerazzurra. Un percorso che ha portato l’opinione pubblica a dividersi tra le opinioni positive e negative sul numero 12. Il fantasista ha fatto innamorare di sé i tifosi, con prestazioni iniziali davvero incredibili, che preannunciavano lo scoppio di una nuova stella nel panorama italiano. Ma i continui e ripetuti infortuni, la scarsa condizione fisica e il sempre meno impiego in questi due anni, hanno fatto offuscare sul nascere il suo firmamento.

Il suo trasferimento all’Inter

Il 9 Luglio 2018, la società nerazzurra riesce a trovare un accordo con il Sassuolo per il prestito oneroso a 5 mln con diritto di riscatto a 20 mln. Una cifra importante, per un giocatore che aveva si fatto abbastanza bene in Emilia, ma che prima aveva vestito maglie di bassa fascia o categoria come Cesena e San Marino. E anche a Sassuolo, Sensi ha mostrato la sua peculiarità: la facilità ad infortunarsi. In due anni in neroverde, Stefano è stato ai box per 143 giorni, per un totale di 27 presenze saltate. Numeri che già indicavano una certa attitudine, ma che non fermarono Marotta ed Ausilio dall’acquistarlo. Innamorati del suo genio e delle sue qualità da trequartista, trovarono l’accordo con Carnevali in poco tempo, e regalarono un possibile crack al neo insediato Antonio Conte.

Gli inizi in nerazzurro e il Camp Nou

Il precampionato 2018 fu di alto livello per Sensi. Oltre ai vari gol segnati in amichevole, si mostrò subito in linea con i dettami tattici di Conte, che lo vedeva spesso inserirsi e creare occasioni partendo da mezzala sinistra. Il 3-5-2 portato dall’allenatore leccese sembrava esaltare al meglio le sue caratteristiche, tanto da diventare nei primi turni di campionato l’uomo in più e decisivo per le vittorie nerazzurre. In Champions invece, l’Inter aveva beccato per il secondo anno di fila il Barcellona in prima fascia, e doveva dimostrare che sotto la guida di Conte aveva alzato il livello.

Il 2 Ottobre 2019 i nerazzurri si presentarono al Camp Nou giocando una partita straordinaria, non subendo il gioco blaugrana, bensì prendendo in mano le redini dell’incontro. E questo era possibile grazie all’ex Sassuolo che giocò finora la sua miglior partita in carriera. Anche se alla fine il risultato recitava 2-1 Barca, era sotto gli occhi di tutta la prestazione altisonante interista in terra spagnola. Tant’è che i giornali di mezza Europa elogiavano il minuto centrocampista italiano, definendolo l’erede proprio di Xavi, leggenda blaugrana, e dichiarando che lo stesso Barcellona si era innamorata di lui, tanto da volerlo portare in catalogna a Gennaio. Sembrava in quel momento che la stella di Stefano fosse davvero esplosa.

La Juventus e l’inizio del calvario

A ridosso della sfida in Spagna, la squadra allenata da Antonio Conte si ritrovò in calendario un altro big match, il più difficile in Serie A. La partita contro la Juventus di Maurizio Sarri combacia perfettamente come l’inizio della discesa di Stefano Sensi. Se quattro giorni prima era stato acclamato dai più come il nuovo fenomeno del centrocampo italiano, nel 6 Ottobre 2019 il mondo si rese conto della sua fragilità. Addirittura prima del termine del primo tempo di gioco, il fantasista fu costretto a lasciare il prato di San Siro per un problema agli adduttori, fastidio che si porterà dietro per parecchio tempo. Da quella partita in poi, Sensi non fu più lo stesso.

Fermatosi in pratica per tutta la fine del 2019, tornò nel 2020 a Gennaio, per poi cedere subito dopo ad un problema al polpaccio ed a un infortunio al piede. Al termine della sua prima stagione all’Inter, Sensi colleziona appena 19 presenze, di cui solo 12 in Serie A. Numeri assurdi in confronto al suo arrivo a Milano.

Il tentativo di recupero e… Fortnite

La stagione 2020/21 rappresentava per l’Inter il momento della rivalsa, quello atteso pazientemente per anni. Dopo aver rodato e oliato per bene la squadra nell’anno precedente, l’obbiettivo di Antonio Conte era quello di rompere la dinastia di vittorie juventina, da lui stesso creata. I nerazzurri infatti partirono subito forte, affermando la loro superiorità sulle altre compagini italiane. Per Sensi, questo fu un anno forse ancora più difficile del precedente. Se prima gli infortuni hanno limitato la sua condizione fisica, adesso oltre ad essi anche la presenza di un top player nel suo ruolo come Eriksen limitò ancor di più il suo spazio. Il tecnico leccese infatti, preferì agli inizi utilizzare il danese, per poi far subentrare Stefano negli ultimi scapoli di partita.

Gli stop fisici certo non finirono qui, continuò ad averli sia a Novembre che per l’ultima parte di stagione, tanto da impedirgli di partecipare alla vittoriosa spedizione azzurra all’Euro2020. Se ciò non bastasse, Sensi parve iniziare anche a deconcentrarsi dal campo, tanto che nel Febbraio 2021 la Gazzetta dello Sport parlò così di lui in un suo articolo “”Spifferi da Appiano raccontano che per un certo periodo abbia preferito correre a casa a giocare a Fortnite. E ora, anche Conte rischia di perdere la pazienza“.

Inzaghi e una nuova speranza

Terminata la stagione, con la vittoria del 19° scudetto, l’Inter vive un ridimensionamento nella rosa. Escono sia Lukaku che Hakimi, oltre alla perdita di Antonio Conte alla guida del club lombardo. La dirigenza decide quindi di ripartire da Filippo Inzaghi, il quale alla Lazio ha dimostrato di essere un profilo interessante e vicino alle idee di gioco conosciute dai nerazzurri. Con il suo arrivo, Sensi trova nuovi stimoli, tanto da essere impiegato in un ruolo più avanzato, come seconda punta, alle spalle del nuovo nove Edin Dzeko. Sembra possa essere un nuovo inizio per lui, ma appena 10 giorni fa, il fantasista ha subito l’ennesimo stop: infortunio al legamento collaterale mediale.

Pare che la carriera sin qui di Stefano sia caratterizzata pressoché unicamente solo dal sua inclinazione nell’infortunarsi. 248 giorni totali passati nell’infermeria nerazzurra, con 43 partite saltate. La speranza, è che Sensi riesca a superare definitivamente questo periodo della sua vita calcistica e possa affermarsi, questa volta definitivamente come fatto al Camp Nou 2 anni fa… Un gioiello così cristallino non può certo essere buttato così.